L’industria rumena degli armamenti ha concluso quest’anno avendo ricevuto ordini per un importo di 252 milioni di dollari, ai quali corrispondono forniture per un valore di 91 milioni di dollari, A fornire queste cifre è il ministro dell’Economia, Constantin Nita .
“Io credo che ci sia la possibilità che il settore della difesa rumena produca per il mercato internazionale”, ha detto Nita in una conferenza stampa. Nel mese di maggio, il governo rumeno ha deciso di cancellare tutti i debiti delle aziende statali del settore Difesa al fine di rilanciare il settore.
”Attraverso misure consentite dalla normativa europea punto a sostenere anche l’industria della Difesa, cancellando debiti storici che comunque le aziende non sarebbero mai grado di pagare” , è la tesi del ministro.
Cancellare questo debito che ammonta a circa 1 miliardo di “lei” (circa 225 milioni di euro) è un vecchio progetto che è riemerso nel bel mezzo della crisiucraina. La misura riguarda 15 società che sono subordinate al ministero dell’Economia, fra cui Romarm, Uzina Mecanica Orastie, Santierul Naval Mangalia, Avioane Craiova, IAR Brasov, Metrom Brasov, IOR Bucuresti, Romaero, Pirochim Victoria e Constructii Aeronautice.
Il primo ministro Viktor Ponta ha sottolineato che senza questa misura tutte le società sarebbero stata condannate al fallimento.Oltre a cancellare il debito, il governo rumeno ha razionalizzato gli ordini alle aziende del settore Difesa seguendo l’onda di crisi in Ucraina. Nello stesso tempo un documento governativo pubblicato lo scorso novembre ha di mostratoche le autorità rumene hanno rinunciato del tutto a privatizzare queste imprese , mantenendo invece almeno il 50 per cento delle azioni lasciando il resto delle azioni ad investitori privati.
Se una società viene venduta ad un investitore privato, quest’ultimo è obbligato a mantenere il profilo della società per cinque annia almeno, dopo di che l’investitore deve garantire una capacità produttiva minima del 50 per cento dei servizi di Difesa, rispetto al livello trovato quando la società è stata acquisita. Qualsiasi cambiamento del profilo di produzione deve ottenere l’ approvazione del Supremo Consiglio di Difesa del Paese.
Le discussioni precedenti, prima dell’esplodere della crisi ucraina, miravano a conservare appena un 20 per cento delle azioni dello Stato romeno ma adesso il cambiamento di strategia deriva dal nuovo approccio sui conflitti aperti nella regione.
Constantin Nita dice inoltre che due aziende del settore, Romaero e Avioane Craiova, hanno visto crescere il proprio giro d’affari ma ancora su un bilancio negativo.Lo Stato ha respinto le richieste di privatizzazione di Romaero, anche perchè l’azienda oltre alla tecnologia possiede preziosi appezzamenti di terreno.
Fonte: Independent Balkan News Agency