Jihadisti avanzano, sono alle porte di Baghdad
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Jihadisti avanzano, sono alle porte di Baghdad

I ribelli dell'Isis continuano la loro avanzata verso la Capitale irachena. Nella notte raid dell'aviazione sulla città di Tikrit. Oscurati Facebook e Twitter.

Jihadisti avanzano, sono alle porte di Baghdad
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13 Giugno 2014 - 18.24


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L’Iraq è nel caos. Avanza senza sosta l’offensiva dei jihadisti dell’Isis. Nella notte gli aerei dell’aviazione irachena ha condotto alcuni raid sulla città di Tikrit, che è situata nella zona controllata da miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis). Centinaia di miliziani qaedisti dell’Isis hanno circondato una raffineria di petrolio nella provincia irachena di Baiji, tra Mossul e Baghdad. A Kirkuk, nel nord-est dell’Iraq, il comandante delle milizie curde Peshmerga nonché ministro della sicurezza della regione autonoma del Kurdistan iracheno è scampato ad un attentato.

A Baghdad è saltata per mancanza del quorum la sessione del Parlamento iracheno che doveva decretare lo stato di emergenza nel Paese dopo l’avvio dell’offensiva jihastista.

L’offensiva – I ribelli jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) hanno chiesto ai loro sostenitori di avanzare sulla capitale. In un file audio datato mercoledì ed attribuito ad Abu Mohammed al-Adnani, si chiede “ai soldati di marciare su Baghdad”. Intanto oltre mezzo milione di civili è in fuga da Mossul, la seconda città dell’Iraq, caduta martedi’ nelle mani dei miliziani. Lo rende noto l’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni, in un comunicato.

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La città di Saddam – I ribelli sono entrati mercoledì a Tikrit, città natale del deposto e defunto presidente iracheno Saddam Hussein. Tikrit si trova a circa 200 chilometri a nord di Baghdad, sull’autostrada che viene da Mosul, caduta martedì nelle mani degli insorti. Centinaia di poliziotti iracheni sono stati catturati dai miliziani.

Ostaggi – La Nato esige “la liberazione immediata” dei circa 80 ostaggi turchi del consolato a Mosul e “condanna con forza” il sequestro. Lo ha dichiarato il Segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen durante una conferenza stampa a Madrid, aggiungendo che non vede “alcun ruolo della Nato in Iraq”.

Obama – “Non escludo nulla” quando di tratta di aiutare l’Iraq a difendesi dai ribelli. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama. L’Iraq avra’ bisogno di ulteriore assistenza americana, ha aggiunto, sottolineando si monitorare la situazione con preoccupazione. Gli Usa stanno lavorando per identificare il modo piu’ efficace di intervenire e aiutare. L’Iraq e’ “chiaramente in una situazione di emergenza”, afferma Obama, sottolineando che ci “sono alcune cose che vanno fatte subito”.

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“Non stiamo contemplando truppe sul campo”. Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, sottolineando che gli Usa sono “molto preoccupati” per la situazione in Iraq, un “partner forte e importante.

L’Onu denuncia: esecuzioni sommarie anche di civili – La commissione dell’Onu per i diritti umani, da Ginevra, ha confermato stamane le esecuzioni sommarie di civili e soldati in Iraq da parte dei jihadisti. Tra gli episodi denunciati, l’uccisione di 17 civili in una strada di Mosul che lavoravano per la polizia locale.

Obama: il popolo è in pericolo – “Le forze di sicurezza irachene purtroppo hanno dimostrato di non essere capaci di difendere alcune città. E il popolo iracheno è ora in pericolo”: lo ha detto il presidente americano, Barack Obama.

Poi ha aggiunto: “Non manderemo truppe in Iraq”. Il presidente Usa esclude un intervento militare pur garantendo a Baghdad “ulteriore aiuto”.

In Iraq oscurati Facebook e Twitter – L’autorità irachene hanno “oscurato i social media in tutto il Paese”. Lo riferisce la tv satellitare ‘al Arabiyà, precisando che si tratta di una mossa del governo del premier sciita Nuri al Malaki per togliere strumenti utili agli estremisti sunniti, da loro utilizzati non solo per il proselitismo, ma anche per la comunicazione con la popolazione. I jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) avevano infatti creato un account twitter dell’ “Emirato di Nineveh” poche ore dopo aver conquistato il capoluogo, Mosul.

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