Usa, troppi detenuti. Tutti in tenda a 41°
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Usa, troppi detenuti. Tutti in tenda a 41°

La legge anti-immigrati dell'Arizona ha avuto come risultato il sovraffollamento del carcere di Phoenix. Al punto che è stata allestita una tendopoli per i detenuti.

Usa, troppi detenuti. Tutti in tenda a 41°
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24 Giugno 2012 - 13.24


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Quarantun gradi. Da dieci giorni. Senza un goccio di pioggia, da cinque mesi. Con un tasso di umidità, però, che sfiora le percentuali africane (colpa dei venti che arrivano da lontano, dal golfo della California). Situazione durissima ma, in qualche modo, chi vive in Arizona ci è abituato. Situazione durissima ma “impossibile” per le migliaia di detenuti nel Maricopa County Sheriff, il famigerato carcere di Phoenix.

Qui, ci sono decine di migliaia di carcerati. Costretti nelle celle ma non solo. Perché da tempo, con i mesi, con la sempre più rigorosa applicazione della legge statale (contestata da Obama) che assegna alla polizia la facoltà di fare più o meno ciò che vuole quando ha a che fare con gli immigrati, la popolazione carceraria è cresciuta a dismisura. Al punto che il carcere è stato costretto ad allestire delle tendopoli dentro il perimetro dell’istituto.
Tende, tende militari.

Dove la temperatura cresce ancora rispetto all’esterno. Ecco perché, un centinaio di manifestanti si è dato appuntamento fuori da “Maricopa”, davanti a “Tent City”, davanti alla tendopoli, come ormai la chiamano. Li ha richiamato lì una delle tante associazioni umanitarie dai nomi improbabili – in questo si chiama Unitarian Universalist Association – ma soprattgutto l’associazione che prova, con scarsi risultati a tutelare i migranti: la Puente Arizona. La manifestazione – anche se ristretta nel numero dei partecipanti – ha avuto una vasta eco.

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Al punto che lo sceriffo, responsabile del carcere, è stato costretto a replicare. “I detenuti vivono in tende militari, come i nostri eroi soldati. Imparano lo stile di vita americano. Che male c’è?”. La battuta non ha fatto altro che riattizzare le polemiche. E’ intervenuto addirittura il Dipartimento di Giustizia statunitense che ha accusato l’ufficio dello sceriffo di pratiche discriminatorie. Obama, insomma, gli ha detto del razzista. Controreplica: macchè razzismo? Il dipartimento muove queste accuse per ragioni politiche.La vicenda così ha conquistato le prime pagine dei giornali. Le migliaia di detenuti, intanto, restano sotto le tende. Fuori fa più di quaranta gradi.

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