La rivolta delle donne saudite passa per le unghie laccate
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La rivolta delle donne saudite passa per le unghie laccate

La polizia religiosa contro una ragazza perché ha lo smalto: lei si ribella e la sua storia spopola sui social network e la monarchia fa un passo indietro. [Francesca Marretta]

La rivolta delle donne saudite passa per le unghie laccate
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8 Giugno 2012 - 17.14


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di Francesca Marretta

«Hai lo smalto sulle unghie, esci fuori, svergognata!», tuona l’agente della polizia religiosa saudita, in perlustrazione in un centro commerciale di Riyad. Invece di abbassare la testa, la giovane donna in niqab che non rinuncia al manicure tira fuori il cellulare e clicca su record: «Uscire io? Adesso ti faccio vedere io chi esce, il governo ha detto che non più potete molestare nessuno, ora posto tutto su Twitter, facebook e YouTube, così lo vede lo Sceicco Abdullatiff Abdel Aziz (capo della polizia religiosa, Commission for the Promotion of Virtue and Prevention of Vice, ndr.)».
Detto, fatto. Lo scambio al vetriolo è finito in rete ed è stato visto da oltre un milione di persone. La vicenda risale al 23 maggio scorso, ma tale è stato il tam-tam sui social media che nelle scorse ore, lo Sceicco Abdullatiff Abdel Aziz, ha fatto una serie di dichiarazioni pubbliche in cui ha sconfessato i poliziotti suoi dipendenti per la vicenda del manicure: «Il comportamento degli agenti non è stato corretto, anche se la ragazza si è spinta troppo oltre. Gli ufficiali avrebbero dovuto consigliarla, ma non mettersi a litigare facendo precipitare la situazione».

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Lo Sceicco, ha poi sottolineato: «In questo mondo si producono aeroplani e noi diciamo ancora alle donne di uscire da uno Shopping Mall perché hanno lo smalto sulle unghie». E si potrebbe qui aggiungere l’uomo è andato sulla Luna, ma le donne saudite non possono guidare. L’elenco delle frustrazioni della saudite è lungo.
Per ora si accontentano di avere ottenuto che un moderato come Abdullatiff Abdel Aziz fosse nominato capo della polizia religiosa. Abdel Aziz è al vertice della Commission for the Promotion of Virtue and Prevention of Vice da gennaio scorso, proprio con l’obiettivo di imprimere un corso meno draconiano al concetto di moralità pubblica. Da aprile per iniziativa dello stesso Sceicco, la polizia religiosa ha notevolmente visto ridotto il potere di molestare, minacciare o arrestare in maniera indiscriminata.

Le campagne sui social network hanno indirettamente influenzato la nomina di Abdullatiff Abdel Aziz. La monarchia saudita non è stata completamente immune dalla primavera araba. L’ha contenuta con un misto di repressione e concessioni, soprattutto economiche, ma anche vagamente libertarie.

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Se la rivolta delle unghie laccate servirà a dare coraggio a molte saudite, va sottolineato che sui social media non sono mancate in questa vicenda critiche, da parte di donne, alla ragazza che ha affrontato la polizia morale. Talal Al Gharmoul, che afferma di avere assistito alla scena nel centro commerciale, ha scritto su Twitter che la donna col manicure «non aveva un atomo di modestia, il suo volto era coperto solo da un velo trasparente ed era truccata pesantemente».

Per Farzana Hassan, che il 7 giugno ha scritto un commento sulla vicenda saudita sul Toronto Sun, la giovane che si è ribellata alla polizia è invece stata coraggiosa. Saranno le stesse donne saudite e loro sole a emanciparsi, dice in sostanza Hassan. Pure se con modalità e tempi diversi, aggiungiamo noi, la cosa vale per le donne di ogni latitudine. «L’infantilizzazione delle donne», come la definisce Hssan, è una vecchia tattica di controllo sociale, tradotta in tutte le lingue.

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