Lgbtqia+: all’odio rispondiamo con l’Orgoglio
Top

Lgbtqia+: all’odio rispondiamo con l’Orgoglio

La difesa dei diritti umani non è una priorità dell’agenda politica mentre l’odio, purtroppo, è al centro delle cronache e dell’attualità

Lgbtqia+: all’odio rispondiamo con l’Orgoglio
Preroll

Gianmarco Capogna Modifica articolo

17 Maggio 2024 - 01.22


ATF

È sempre più un quadro allarmante quello che ci si prospetta in occasione del 17 maggio di fronte alla pubblicazione della Rainbow Map di ILGA-Europe. L’Italia scivola ancora più in basso rispetto al 2023 acquisendo un misero 25%. Un dato che risuona come grido di tuttɜ noi persone LGBTQIA+ che ogni giorno ci troviamo ad affrontare l’odio e la paura. La LGBTQIAfobia è una questione sistemica e, sempre più, anche istituzionale.

La difesa dei diritti umani non è una priorità dell’agenda politica mentre l’odio, purtroppo, è al centro delle cronache e dell’attualità. È un odio che si manifesta in modi diversi e altrettanto subdoli: dal rifiuto della famiglia ai fenomeni di marginalizzazione, dalle violenze fisiche e verbali fino alle restrizioni dei diritti fondamentali e, a volte, fino alla morte.

Sì, perché dobbiamo ancora ribadirlo, di omolesbobitransfobia si muore.

Tuttavia, di fronte a tutto questo, la comunità LGBTQIA+ dimostra resilienza, dando prova di coraggio e orgoglio, due parole fondamentali nella nostra storia, dai moti di Compton’s Cafeteria e Stonewall in poi.

Leggi anche:  Aggressione omofoba, gli autori si dicono pentiti ma affermano che il motivo era solo una lite per il traffico

Esistenza e Resistenza. Visibilità e Orgoglio. Coraggio e Lotta.

È cruciale ricordiamo che viviamo sapendo che le nostre vite sono politiche e che la nostra diversità è, in realtà, unicità e forza.

Per questo in questo 17 maggio come Possibile e Possibile LGBTI+ abbiamo deciso che il nostro slogan sarebbe stato: “all’odio rispondiamo con l’Orgoglio”. In questa giornata, nel Pride Month, ogni giorno dell’anno, dobbiamo ricordare che quello che siamo è il nostro tesoro più grande. 

Dovrebbe essere un giorno di festa, per celebrare quando, nel lontano 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, riconoscendola come una variante naturale del comportamento sessuale umano, e, invece, ci troviamo di fronte un percorso ancora lunghissimo, fatto di stereotipi, pregiudizi, violenza e un odio sempre rinnovato verso le nostre esistenze.

Un odio che è anche politico e istituzionale, fatto di una politica e di partiti che sulla nostra pelle costruiscono campagne elettorali e, purtroppo, anche governi.

Di fronte a tutto questo, non ci resta che l’Orgoglio. Per questo, come dalla nostra fondazione, aderiamo a tutti i Pride e ci uniamo ai Pride in tutta Italia, poiché siamo parte integrante di questa comunità e come partito siamo al suo servizio.

Leggi anche:  Aggressione omofoba, gli autori si dicono pentiti ma affermano che il motivo era solo una lite per il traffico

La marea che invade l’Italia negli ultimi anni dell’Onda Pride testimonia che non siamo più solɜ, che la nostra lotta non è più una voce isolata ma un grido capace di raccogliere supporto e sostegno. I diritti delle persone LGBTQIA+ sono diritti umani e sono diritti di tuttɜ, rivendicarli, anche da alleatɜ, vuol dire battersi per il progresso di tutta la società

Per questo è utile chiudere con le parole di Katrin Hugendubel, Advocacy Director di ILGA-Europe, in occasione della presentazione della Rainbow Map 2024, affinché siano di monito rispetto alle sfide che ci attendono, e verso cui non possiamo darci per persɜ:

“In tutta Europa, le persone LGBTI sono prese di mira dai discorsi di odio e dalla violenza e i loro diritti umani sono attivamente compromessi; eppure, vediamo ancora troppi paesi in tutta la regione in stallo nel portare avanti la protezione giuridica e non rinnovare i loro impegni attraverso strategie e piani d’azione nazionali. Questa non-azione è pericolosa, in quanto senza una legislazione adeguata per proteggere le minoranze, comprese le persone LGBTI, sarà troppo facile per i governi neoeletti minare rapidamente i diritti umani e la democrazia”.

Native

Articoli correlati