Pisa e Mosca: Mattarella ci ricorda che il confine tra democrazia e regime autoritario deve essere netto
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Pisa e Mosca: Mattarella ci ricorda che il confine tra democrazia e regime autoritario deve essere netto

Non possiamo permettere quel che è accaduto a Pisa, considerato che nelle stesse ore, fermi e manganelli si usano a Mosca, per reprimere la voglia di libertà, ferita a morte dalla crudele eliminazione in carcere di Alexei Navalny

Pisa e Mosca: Mattarella ci ricorda che il confine tra democrazia e regime autoritario deve essere netto
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

24 Febbraio 2024 - 22.10


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Aveva ragione l’amico Enrico Mentana, anch’io come lui ho guardato e riguardato foto e video dei pestaggi di Pisa. Entrambi abbiamo visto solo ragazzine e ragazzini a mani nude e agenti che sono passati immediatamente, e gratuitamente, alle vie di fatto, picchiando indiscriminatamente. Violenza senza alcuna giustificazione, e di fronte al balbettio e ai silenzi di queste ore da parte del governo e del ministro dell’Interno, il fortissimo intervento del presidente Mattarella sottolinea la gravità di quel che è accaduto: “Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.

Un richiamo alto, l’esternazione di una preoccupazione, un messaggio autorevole per ricordare che sul Colle più alto c’è chi ben conosce la Costituzione e le garanzie alla libertà di espressione che sono nella nostra Carta. La speranza è che alla telefonata del Capo dello Stato, il ministro Piantedosi abbia almeno conosciuto un po’ di rossore, deglutito.

Lo sappia il governo, apra bene le orecchie il ministro dell’Interno, un ministro che, al di là di ogni considerazione politica, ancora una volta appare inadeguato e rischioso. Il suo è un ministero che ripetutamente sembra indossare i guanti gialli quando a manifestare, con messaggi violenti e contrari ai principi della Costituzione nata con la Liberazione ci sono i rigurgiti fascisti, convinti di poter rialzare la testa per amiche garanzie di impunità insediatasi nel Palazzo. Pugno di ferro e manganello contro chi quella Costituzione difende, contro chi chiede la pace.

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Ci sono troppi segnali di una deriva pericolosa; pericolosa anche perché sottovalutata, e l’intervento di Mattarella, all’indomani di un altro suo intervento, quello che ha invitato tutti ad abbassare i toni e a evitare manifestazioni di violenza e di violenta contrapposizione, anche nelle forme, nelle rappresentazioni; l’intervento del Capo dello Stato è un riconoscimento della delicata fase attraversata dal Paese. Il confronto politico può essere serrato, anche duro, ma una parte non può intimidire componenti dell’altra mettendo in campo i manganelli della polizia che – come ha detto oggi Mattarella – dovrebbe invece, con autorevolezza, assicurare sicurezza tutelando la libertà di manifestare pubblicamente opinioni.

In queste ore non possiamo assistere a manganelli che feriscono e insanguinano il volto delle nostre ragazze, dei nostri ragazzi. Le prime, forti risposte di piazza indicano anche una strada, occorre moltiplicare le piazze che manifestano indignazione per l’intollerabile.

Non possiamo permettere quel che è accaduto a Pisa, considerato che nelle stesse ore, fermi e manganelli si usano a Mosca, per reprimere la voglia di libertà, ferita a morte dalla crudele eliminazione in carcere di Alexei Navalny. Il confine tra democrazia e regime autoritario e repressivo deve essere sempre netto come il cielo chiaro dopo una tempesta.

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