Mai prima come quest’anno particolarmente difficile, ho trovato una speciale sintonia tra il discorso di fine anno del presidente Mattarella e la riflessione del giorno dopo di Papa Francesco da Piazza San Pietro.
Appello insieme accorato e impegnativo sulle tragedie in atto delle guerre in Ucraina e ora anche in Medio Oriente che purtroppo proseguono con lutti e delitti infami anche contro i civili inermi. Sono soprattutto loro a pagare il prezzo più alto: più che la propria vita tentano in ogni modo di mettere a riparo i propri figli, i propri genitori anziani rimasti ormai senza una casa e, se sopravvissuti, alla disperata ricerca di un nascondiglio.
Le guerre purtroppo, con armamenti sempre più potenti e sofisticati, finiscono per avere meno perdite militari e di colpire soprattutto indiscriminatamente abitazioni civili, scuole, ospedali e mercati. Sono queste in fondo le inesorabili conseguenze delle tante guerre in corso che papa Francesco da tempo chiama “guerra mondiale a pezzi”. Anche con riferimento ai conflitti così detti minori di cui poco parlano i mezzi di informazione, perché concentrati sui conflitti maggiori.
Eppure, nonostante gli appelli anche dell’ONU la strada della pace resta inascoltata e cresce sempre più il rischio di ampliamenti e sconvolgimenti sempre maggiori. Del resto, l’appello dei cattolici – e di tante iniziative anche di laici – è stato rappresentato con bandire e stendardi numerose in piazza san Pietro nella giornata mondiale della pace.
Di particolare intensità anche le parole del Presidente della CEI il cardinal Matteo Zuppi, inviato speciale del papa non solo in Ucraina e Russia ma anche in Cina, che ha incoraggiato tutti ad operare sempre in favore della pace perché la pace si costruisce con il contributo e l’azione di ciascuno a favore del grande ideale di un mondo pacificato.
Difficile non riconoscere in questo grido universale della chiesa la straordinaria sintonia con le forti parole che hanno caratterizzato anche gli auguri di buon anno di Mattarella.
Il Presidente ha toccato sinteticamente ed efficacemente i problemi principali che caratterizzano le difficoltà e i drammi dell’Italia, a cominciare da quella della casa, del lavoro, delle donne, dei giovani, del mondo della scuola, della sanità e soprattutto le tante difficoltà dei disabili, troppo spesso privi di adeguata assistenza e vicinanza.
Un forte richiamo alla condizione di insufficiente nell’assistenza e nei tempi spropositati per ottenere una visita. Anche nel caso di malattie che avrebbero bisogno di interventi immediati e che invece vengono rinviati con squilibri enormi nel servizio sanitario tra varie zone del paese.
Si spera comunque che qualche risposta potrà ricavarsi dalla conferenza stampa della presidente del Consiglio Meloni prevista, speriamo senza altri rinvii, il prossimo 4 Gennaio.
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