Sulla terra ci sono fin troppe divisioni, violenze e guerre: le relazioni umane vanno costruite e non distrutte
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Sulla terra ci sono fin troppe divisioni, violenze e guerre: le relazioni umane vanno costruite e non distrutte

La verità delle nostre relazioni non è tanto, o per niente, in tutti i riferimenti personali, sociali e culturali. E’ in ciò che insegna Gesù.

Sulla terra ci sono fin troppe divisioni, violenze e guerre: le relazioni umane vanno costruite e non distrutte
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Rocco D'Ambrosio Modifica articolo

9 Settembre 2023 - 15.42


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Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»
(Mt 18, 15-20 – XXIII TO/A).

Personalmente non credo a coloro che dicono che una volta – 20, 30, 40 anni fa? – le relazioni tra le persone erano più sane e serie. Non credo anche a chi dice che oggi le relazioni siano “ liquide”, magari supponendo che una volta fossero “solide”. In materia è molto nota l’affermazione, di Zygmunt Bauman, sulla “società liquida”. Ho sempre avuto parecchie perplessità su questo concetto. Non nascondiamo che essa abbia una forte carica come slogan, ma che abbia, anche, una limitata validità antropologica. Fa bene ricordare quanto, a proposito, scriveva Pietro Barcellona: “Ormai da alcuni anni si continua a ripetere che la nostra è una società liquida, e non c’è convegno di filosofia o di letteratura che non assuma la «liquidità» come un significato immanente all’esperienza. Sono convinto che da quando l’espressione società liquida è stata inserita nel linguaggio comune, tutti ci comportiamo effettivamente come particelle che scorrono in un flusso che non ha né inizio né fine; a forza di parlare di liquidità siamo diventati effettivamente liquidi e non riusciamo a immaginare più nessun punto fermo e opaco che arresti o modifichi il fluire della vita”. Quello della liquidità, quindi, è un concetto un po’ fuorviante e poco consistente. Nel caso non ci aiuterebbe affatto a comprendere il brano evangelico.  

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Non esiste relazione umana, ieri come oggi, che non abbia momenti di verifica e confronto, alti e bassi, luci e ombre, attenzioni ed errori, aspetti forti e aspetti deboli. Sognare o immaginare relazioni che vanno bene, sempre e comunque, è pura stupidità. Tuttavia spesso siamo impreparati quando sorgono problemi di incomprensioni, tradimenti, offese, cattiverie e così via. Che fare? Chiudere la relazione o cercare di recuperarla? Far finta di niente o affrontare il tutto? Centinaia di domande….

Ci sono troppi elementi in gioco per dare una risposta esauriente. Ci sono elementi personali (temperamento, carattere, sensibilità, finalità di ognuno); elementi sociali e culturali (ambiente, tradizioni, convinzioni, gruppi di appartenenza) che complicano il quadro di riferimento. Sono così tanti da spingerci anche alla superficialità o irresponsabilità: le relazioni sono così difficili da gestire che è impossibile – secondo alcuni – avere dei principi di riferimento; meglio vivere alla giornata. 

Come cristiani credo che il punto di partenza sia una scelta di fondo, radicale, precisa. Il brano va seguito alla lettera, senza commenti, ”sine glossa”, direbbe Francesco d’Assisi. Dobbiamo rileggerlo e farlo nostro il più possibile, non solo letteralmente ma nel suo significato più profondo. Quando qualcuno “commette una colpa contro di me”, il brano propone tre movimenti: il dialogo a due, il coinvolgimento di testimoni e, infine, quello della comunità. Fino al coraggio di chiudere una relazione se questa non segue verità e giustizia. Passo difficile ma necessario, diverse volte. E ci vuole forza interiore e onestà intellettuale per farlo.

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Come per ogni testo evangelico, l’applicazione “sine glossa” del brano non significa lo spegnere l’intelligenza, né tantomeno applicare metodi fondamentalisti di lettura della scrittura. Vuol dire sostanzialmente un atto di umiltà: la verità è in ciò che dice Gesù. Noi, molto spesso, ci inganniamo sugli altri e senza la guida del Signore siamo persi. 

La verità delle nostre relazioni non è tanto, o per niente, in tutti i riferimenti personali, sociali e culturali. E’ in ciò che insegna Gesù. Consegue il coraggio di fare pulizia, nella nostra testa e nel nostro cuore, dei tanti pensieri inutili e dannosi su amicizie, affetti, relazioni di lavoro o vicinato. Il fine è quello che ci insegna Gesù: imparare a legare sulla terra. Ci sono fin troppe divisioni, violenze e guerre sulla terra. Ci sono pochi, anche tra i credenti delle religioni, capaci di costruire relazioni, nonostante le tentazioni continue di distruggerle. Quello di Gesù non è solo un consiglio per la risoluzioni di liti e incomprensioni, è la via del successo delle nostre relazioni. Dietrich Bonhoeffer scrive: ““mi riferisco invece al fatto puro e semplice che nella vita gli uomini sono per noi più importanti di qualsiasi altra cosa. Ciò non significa affatto disprezzo del mondo delle cose e delle prestazioni pratiche. Ma che cosa sono per me il libro, il quadro, la casa, la proprietà più belli, di fronte a mia moglie, ai miei genitori, al mio amico? Così, d’altra parte, può parlare solo chi nella sua vita abbia trovato veramente delle persone”.

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