Le leggi razziali, l'Inail e la storia di Aldo Fuà che è necessario ricordare anche oggi
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Le leggi razziali, l'Inail e la storia di Aldo Fuà che è necessario ricordare anche oggi

Il 22 dicembre 1938 l'Inail licenziò in tronco, un suo dirigente, ossia l’avvocato Aldo Fuà. Ben prima dei campi di concentramento ci fu la persecuzione e sensibilizzare è doveroso

Le leggi razziali, l'Inail e la storia di Aldo Fuà che è necessario ricordare anche oggi
Leggi razziali
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Michele Anzaldi Modifica articolo

27 Gennaio 2023 - 15.13


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Fra le iniziative di questi giorni per commemorare la Giornata della Memoria, ho trovato molto interessante l’intervento di Piero Dorfles durante la puntata di ieri di “Splendida Cornice”, la trasmissione di Geppi Cacciari su Rai 3. Dorfles, intellettuale e grande giornalista Rai (di una Rai che faceva sevizio pubblico),
ricordato dal pubblico per trasmissioni come “Per un pugno di libri”, dopo aver riletto con grande maestria alcuni passi del libro di Primo Levi “La Tregua”, ha concluso sottolineando una questione che troppo spesso viene trascurata: spesso nel racconto della Shoah ci si sofferma sui tragici avvenimenti dal 1943 in poi, con i rastrellamenti, il calvario nei campi di concentramento e l’uccisione deliberata di milioni di persone, ma sarebbe opportuno ricordare anche quello che accade negli anni precedenti, cosa accade dal 1938 in poi dopo l’emanazione delle Leggi razziali in Italia.


Ecco, questa giusta riflessione fatta da Dorfles mi ha riportato alla mente un incontro e una richiesta di intervento che ho ricevuto a ottobre 2018, all’inizio della legislatura passata. Come deputato venni contattato da Dario Coen, un professionista che avevo conosciuto nel 1996. Con precisione il 1° agosto del 1996. Quel giorno si teneva a Roma, al Tribunale Militare di via delle Milizie, il processo a Erich Priebke, il criminale autore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, che si era riusciti a scovare ed estradare dall’Argentina, grazie ad una esemplare ricerca del centro Wiesenthal.


Quel primo agosto il Tribunale Militare chiamato a decidere dichiarò “estinto il reato per intervenuta prescrizione” disponendo la “scarcerazione”. La sentenza provocò giustamente una grande rabbia.
In poco tempo i giovani della comunità ebraica romana, tra loro ricordo appunto Riccardo Pacifici, Dario Coen, Victor Magiar, circondarono letteralmente il tribunale di via delle Milizie, bloccarono la circolazione in quel tratto della città dando inizio a disordini.


A quel tempo lavoravo in Campidoglio con il sindaco Francesco Rutelli e ricordo benissimo la riunione convocata dal sindaco in fretta e furia, con gli assessori e tra gli altri Valentina Santarelli che gestiva i rapporti con la stampa, e l’assessore Paolo Gentiloni che invitava tutti a riportare la situazione alla calma. Aveva parlato con i giovani della comunità e la situazione era incandescente e poteva rapidamente generare in atti di violenza.


Ma torniamo al 2018, anno in cui Coen mi inviò un documento, che allego: era il provvedimento originale con cui INFAIL (Istituto nazionale fascista assicurazione contro infortuni sul lavoro) in data 22 dicembre 1938 dispensava dal lavoro, ossia licenziava in tronco, un suo premiato e pubblicamente complimentato dirigente, l’avvocato Aldo Fuà. Coen mi raccontò che, insieme all’ Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), da tempo sollecitava l’INAIL a prendere posizione su quel fatto del 1938 e che ultimamente avevano fatto una richiesta ufficiale a firma del presidente Noemi Di Segni per ottenere un incontro, ma tutto sembrava non avere un seguito.
Mi chiedeva di presentare un’interrogazione parlamentare per sensibilizzare l’Ente e i Ministeri competenti.
Obiettai che non mi sembrava necessario, che sull’argomento, grazie all’informazione e alla sensibilizzazione di questi anni, i vertici dell’INAIL sarebbero stati sicuramente attenti e mi sembrava quindi un atto superfluo, anche alla luce della lettera del UCEI.


A questa mia risposta la reazione di Coen fu dialetticamente vivace ed il tono mi ricordò l’incontro con quei ragazzi del 1996 a via delle Milizie. Presentai allora l’interrogazione il 17 ottobre del 2018. Poche settimane dopo, il 19 dicembre, veniva apposta una lapide all’ingresso della sede INAIL di Quattro Novembre che recita: “Ebreo dirigente dell’Istituto, discriminato e dispensato dal servizio a causa delle leggi razziali fasciste del 1938. Con la speranza e l’impegno che mai più tanta disumanità abbia a verificarsi e mai più uomo subisca persecuzioni a motivo della razza, dell’ideologia e della fede”.


L’Ucei e gli ex ragazzi del 1° agosto 1996 avevano ragione, c’è ancora molto da sensibilizzare e ricordare. Il Giorno della Memoria è fondamentale ed è bene che venga commemorato con sempre più attenzione, anche alla luce degli ultimi accadimenti in Italia e nel mondo.

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