Osho, Sangiuliano e il Futurismo: tutto in direzione ostinata e contraria
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Osho, Sangiuliano e il Futurismo: tutto in direzione ostinata e contraria

La grande mostra sul movimento di Filippo Marinetti in programma a Roma a fine ottobre-primi di novembre avrà nel comitato scientifico il vignettista Federico Palmaroli caro alla destra meloniana

Osho, Sangiuliano e il Futurismo: tutto in direzione ostinata e contraria
Il ministro Sangiuliano e il vignettista Osho
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Marcello Cecconi Modifica articolo

2 Settembre 2024 - 15.30 Culture


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Anche il vignettista Federico Palmaroli, in arte “Osho”, fa parte della nota direzione ostinata e contraria cara al poeta irrequieto e anarchico Fabrizio De André che ora sembra diventare il motto del quieto e gaffista Gennaro Sangiuliano. Il Ministro, per farsi sopportare da Giorgia Meloni, tenta di trascinare con ostinazione e baccano il pesante Ministero della Cultura dall’altra parte della carreggiata, quella che per Meloni, pur stretta e contorta, deve diventare l’unica percorribile solo perché contraria a quella percorsa in passato.

Il Ministro lo fa con la grazia e l’equilibrio di un pinguino scaricato sulla sabbia rovente del Kalahari e adottato a distanza da influencer bionde ma dal cuore grande così. Per lui è facile presentare il pensiero “futurista” come un’enorme freccia blu luccicante che incanala il traffico dalla vecchia corsia di sinistra verso quella di destra, anziché come un movimento letterario, culturale, artistico e musicale italiano dell’inizio del XX secolo. Una freccia bramata da Giorgia Meloni e attuata anche attraverso il ministro, novello Marinetti, cresciuto all’ombra del Vesuvio anziché sul canale di Suez come l’originale.

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Gennaro Sangiuliano è dall’arrivo al Ministero, quasi due anni ormai, che ha ricevuto l’invito di preparare una grande e diversa mostra sul Futurismo (eppure quante ce ne sono state prima del suo arrivo). E lui ci si è messo d’impegno. Sangiuliano vorrebbe metterci dentro tutto il suo “centro di gravità permanente”, quello che il filosofo Gurdjieff definisce come lo stato intermedio della coscienza di un uomo che osserva il mondo esterno in perfetto equilibrio con le proprie idee. Ma il compito è davvero arduo per chi deve invece ragionare con la perfetta sintesi di idee altrui.

E allora via con l’organizzazione che vedrà la grande mostra sul Futurismo alla Galleria d’Arte Moderna di Roma a fine ottobre – primi di novembre. Ed è qui che viene fuori il personalissimo centro di gravità permanente del ministro anche attraverso Osho, il vignettista che votava Msi e che lavora per Il Tempo, il Tg1 e quel Porta a Porta di Bruno Vespa che ha velocizzato lo stropicciamento delle mani dopo l’arrivo del nuovo corso meloniano in Rai.

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In questa grande mostra Osho non sarà l’organizzatore, come molti hanno sostenuto, ma farà parte del comitato scientifico (con quali titoli?) e darà vita a un suo progetto personale ‘Vita futurista’ che si espleterà attraverso dei talk per rappresentare visivamente alcuni ambiti artistici come moda, cucina, teatro, architettura e musica. Osho rassicura l’AdnKronos che “La mostra non ha colori politici, gli unici colori saranno quelli delle tinte vibranti dei quadri di Depero, Balla e tanti altri artisti”.

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