La variante inglese scoperta a Loreto: contagiata una persona che non ha collegamenti con il Regno Unito
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La variante inglese scoperta a Loreto: contagiata una persona che non ha collegamenti con il Regno Unito

Il paziente si è sottoposto a tampone perché aveva un forte raffreddore ed ora in isolamento con tutta la famiglia. Il laboratorio di virologia dell’ospedale di Ancora ha accertato che si trattava del nuovo ceppo.

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23 Dicembre 2020 - 11.44


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Come avevano detto molti esperti mentre noi blocchiamo i voli da Londra la variante era già nel continente europeo da tempo.

Un caso della cosiddetta variante inglese del Covid-19 è stato rilevato a Loreto (Ancona). Una sequenza parziale è stata individuata dal Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona: si tratta di una persona che non ha avuto collegamenti diretti con la Gran Bretagna e che si è sottoposta a tampone molecolare nei giorni scorsi perché aveva un forte raffreddore e che ora è in isolamento con la famiglia. “Nel frattempo abbiamo approfondito gli accertamenti – ha detto il direttore del Laboratorio Stefano Menzo – e ora sappiamo che si tratta della variante inglese”.

Sulla “Vui 202012/01” ormai nota come la “variante inglese” nei giorni scorsi, infatti, si sono susseguite informazioni convulse sulla portata e i rischi che potrebbe comportare il virus mutato in terra britannica. La prima analisi dell’Agenzia europea per il controllo delle malattie di pochi giorni fa illustra come “il numero insolitamente alto di mutazioni della proteina Spike, e l’alta copertura del sequenziamento nel Regno Unito, suggerisca che la variante non sia emersa attraverso un accumulo graduale di mutazioni” in Gran Bretagna. Piuttosto, una possibile spiegazione è l’infezione prolungata da Sars-cov-2 in “un singolo paziente, potenzialmente con immunocompetenza ridotta”.

 Se questo tipo di infezione si prolunga, scrivono gli scienziati europei, “può portare all’accumulo di mutazioni di fuga immunitaria a un tasso elevato”.

 Un’altra possibilità, poi, è quella di “processi di adattamento del virus verificatisi in una diversa specie animale suscettibile, che viene poi ritrasmessa all’uomo dagli animali ospiti”, come sarebbe potuto accadere per il caso dei visoni in Danimarca. Fino ad oggi la variante è stata segnalata in Danimarca, Paesi Bassi e “secondo i media in Belgio”, con un caso confermato anche su Roma. Fortunatamente, i risultati degli studi hanno mostrato che su questo tipo di mutazione “si possono dissipare i timori che possa sfuggire all’immunità indotta dal vaccino”.

La variante inglese, annunciata alla Camera dei comuni il 14 dicembre dal ministro della salute, Matt Hancock, sembrerebbe dunque “più contagiosa”, e dopo alcuni giorni di scetticismo da parte degli scienziati per l’affermazione del primo ministro britannico Boris Johnson, circa “il 70% in più di trasmissione”  Dal punto di vista internazionale, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato alla Bbc “di essere in stretto contatto con i funzionari del Regno Unito”

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