L’importante è avere in risultato sicuro, senza troppa frenesi: “Il vaccino ha bisogno dei suoi tempi. Per cortesia, non facciamo una corsa in avanti dicendo che vaccineremo già a fine anno: è un’utopia scientificamente infondata”.
Lo sottolinea Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, commentando la sospensione dei trial clinici sul vaccino AstraZeneca-Oxford per la reazione avversa in un partecipante alla sperimentazione.
“Purtroppo nella scienza dire l’avevo detto è molto triste, perché in ballo ci sono la salute e le speranze della gente. Ma la notizia che AstraZeneca ha interrotto momentaneamente i test sul vaccino – prosegue Gismondo – dà credito a quanto detto da alcuni di noi, come l’immunologo Alberto Mantovani: il vaccino ha bisogno di tempi lunghi per essere sicuro, non si può abbreviare nessuna fase. Già nella fretta” dei test per arrivare prima possibile a un vaccino contro il virus Sars-Cov2 “abbiamo qualche caso da dover esaminare e approfondire per effetti collaterali e indesiderati: vogliamo ancora accelerare e rischiare?”
“Non si può illudere la gente”, rimarca Gismondo. Non solo. “Così facendo, correndo, facciamo il gioco dei no vax e rischiamo vittime da mancate altre vaccinazioni come quella contro il morbillo e altre malattie trasmissibili prevenibili”, conclude.
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