Quando arriverà su Marte, a settembre del prossimo anno, il lander InSight della NASA inizierà a svolgere una ininterrotta attività di studio del Pianeta rosso e in particolar modo della sua struttura interna, che ancora non conosciamo in dettaglio. Sappiamo che Marte in passato possedeva un campo magnetico su scala globale e vulcani attivi. Così come la Terra, può anche avere manifestato una tettonica delle placche e sommovimenti della sua crosta, fenomeni questi ultimi che potrebbero verificarsi ancora oggi. InSight sarà in grado di individuare queste scosse grazie ai sismografi di cui è dotato. Non potrà però determinare la loro posizione: per far questo, così come sulla Terra, c’è bisogno di misure contemporanee di un evento da almeno tre sismografi disposti in punti differenti della superficie del pianeta.
Ma gli strumenti del lander NASA potrebbero captare con successo anche onde sismiche di natura esterna a Marte: quelle prodotte dall’impatto di meteoriti. Ne è convinto Nick Teanby, ricercatore dell’Università di Bristol, nel Regno Unito, che propone questo tipo di ricerca in un articolo pubblicato sulla rivista Icarus. «Questo tipo di scontri non producono grandi segnali sismici, ma Marte dovrebbe essere molto più quieto della Terra: rispetto al nostro pianeta non c’è alcun rumore di fondo prodotto da onde marine, da vegetazione o da attività umane» dice Teanby.
Rimane però sempre il problema di capire quali dei segnali captati dagli strumenti di InSight saranno associati allo schianto di meteoriti sulla superficie di Marte. In questo aspetto sarà determinante il supporto offerto dalle altre sonde già in orbita attorno al Pianeta rosso. «Se riusciamo a rilevare i crateri di questi impatti da immagini orbitali, possiamo ricavare esattamente la loro distanza dal lander InSight. Questo rende l’interpretazione dei dati molto più semplice» aggiunge Teanby.
Potendo infatti effettuare questa correlazione, i ricercatori saranno in grado di monitorare in tempo quasi reale come la crosta e il mantello di Marte rispondono a sollecitazioni di origine esterna e ricavare così informazioni fondamentali per comprendere la struttura interna del pianeta.