Protetti dal terremoto: a L'Aquila il primo bunker
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Protetti dal terremoto: a L'Aquila il primo bunker

Arriva la prima panic room antisismica made in Abruzzo. Presentata la stanza-cellula di protezione passiva per le abitazioni.

Protetti dal terremoto: a L'Aquila il primo bunker
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1 Aprile 2014 - 19.18


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Cresce la sensibilità e la cultura antisismica in Abruzzo e si muove anche l’imprenditoria che a pochi giorni dal quinto anniversario del 6 aprile, proprio all’Aquila ha presentato un nuovo modo di fare prevenzione.

Si tratta di una stanza antisismica da installare in ogni appartamento «che rallenta l’ingresso della polvere e resiste al crollo e alla caduta e agli urti di notevoli masse e pesi secondo calcoli certificati» dove rifugiarsi quando c’è il terremoto.

Alla presentazione c’era anche l’assessore comunale alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano. «Si sperimenta qualcosa che serve all’Italia, un territorio molto sismico e dove non si è ancora capito bene come intervenire – ha commentato – Non siamo in Giappone e questa è un’intuizione che può essere utile a far vivere le persone in sicurezza».

Presenti anche il presidente provinciale dell’Ance, Gianni Frattale, e quello della Camera di commercio del capoluogo, Lorenzo Santilli. Si tratta della “Madis Room”, presentata oggi dalla Madis Costruzioni in un evento con la stampa. È una gabbia metallica da utilizzare come sistema di protezione passiva delle persone all’interno di un ambiente durante un evento sismico.

La stanza è anche resistente al fuoco e anti-intrusione, può fungere anche da “panic room” contro i ladri o malintenzionati. La gabbia è costituita da un tessuto di fibre sintetiche ad alta tenacità rinforzate da fili in acciaio inox. Viene presentata proprio nella settimana del Salone della ricostruzione, evento alla quarta edizione che si propone di strutturare istituzioni ed enti in una “task force” per una ricostruzione ecosostenibile e fondata sull’innovazione.

Il brevetto– A illustrare le caratteristiche l’imprenditore che l’ha brevettata, Antonio D’Intino, presidente regionale dell’Associazione costruttori (Ance), che ha spiegato di aver presentato il brevetto a ottobre 2009 per riceverlo solo a gennaio 2013.

«La molla me l’ha data la sofferenza degli aquilani che dormivano in macchina – ha spiegato – Dobbiamo fare un involucro che protegga le persone in caso di crollo». D’Intino ha elencato alcuni dati, affermando che «negli ultimi mille anni ci sono stati circa 3 mila terremoti più o meno gravi, quasi 300 con effetti distruttivi e uno su dieci con conseguenze catastrofiche come quello del 6 aprile 2009».

«Il territorio italiano è fortemente sismico – ha ricordato – ed essendo impossibile prevedere una scossa non si può più ragionare sulla logica delle emergenze. Lo Stato ha attuato un piano di prevenzione ma non è sufficiente a rendere tutti gli edifici sicuri. Il patrimonio edilizio italiano costruito prima degli anni Ottanta, pari a circa l’80% dell’esistente, andrebbe messo a norma».

Con la Madis Room, «in caso di sisma si affronta l’evento in maniera diversa dal passato. Ieri si andava sotto un tavolo, accanto a un muro portante o in strada, in futuro ci si chiuderà nella stanza senza più corse fuori con il rischio di essere colpiti da calcinacci e cornicioni».

La nuova tecnologia sarà subito messa alla prova con un test pratico. Nei prossimi giorni, nella zona centrale dell’Aquila di Santa Maria di Farfa la gabbia sarà infatti installata in un palazzo da demolire e si farà una dimostrazione, per questa volta senza persone all’interno.

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