Mattarella ricorda la distruzione di Cassino: "Repulsione verso la guerra che non si ferma sulla soglia della barbarie"
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Mattarella ricorda la distruzione di Cassino: "Repulsione verso la guerra che non si ferma sulla soglia della barbarie"

Mattarella nell'ottantesimo anniversario della distruzione di Cassino: "Un sentimento di pietà si leva verso i morti, verso le vittime civiliMa la guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie». 

Mattarella ricorda la distruzione di Cassino: "Repulsione verso la guerra che non si ferma sulla soglia della barbarie"
Sergio Mattarella
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15 Marzo 2024 - 11.25


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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando a Cassino alla cerimonia commemorativa dell’ottantesimo anniversario della distruzione della città, ha fatto un chiaro riferimento alla situazione attuale, che vede focolai di guerra in gran parte del Mondo, alimentati da una crescente dialettica bellica.

 «Sono mesi -ormai anni– amari quelli che stiamo attraversando. Contavamo che l’Europa, fondata su una promessa di pace, non dovesse più conoscere guerre. Ai confini d’Europa, invece, anzi dobbiamo dire dentro il suo spazio di vita, guerre terribili stanno spargendo altro sangue e distruggendo ogni remora posta a tutela della dignità degli esseri umani. Bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e vorrebbe perpetuarsi. Questo è l’impegno della Repubblica italiana».

«Mentre un sentimento di pietà si leva verso i morti, verso le vittime civili, non può che sorgere, al contempo, un moto di ripulsa da parte di tutte le coscienze per la distruzione di un territorio e delle sue risorse, per l’annientamento delle famiglie che lo abitavano, nel perseguimento della cieca logica della guerra, quella della riduzione al nulla del nemico, senza nessun rispetto per le vittime innocenti». 

«Lutti e sofferenze, pagate in larga misura dalla incolpevole popolazione civile, a partire dal funesto bombardamento del 15 febbraio contro l’Abbazia, nel quale, con i monaci, perirono famiglie sfollate, tante persone che vi si erano rifugiate contando sull’immunità di un edificio religioso, espressione di alta cultura universalmente conosciuta. Ma la guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie». 

 «La strada della libertà è stata segnata dal sacrificio e dal coraggio degli uomini che combatterono coraggiosamente – e tanti vi persero la vita -anche in questi territori, prendendo parte alla lotta di Liberazione, per far sì che prevalesse la pace nel Continente dilaniato da nazionalismi e conflitti e che non avessero a soccombere le ragioni dei diritti delle persone e dei popoli. Un cammino straordinario di pace e di solidarietà quello compiuto dall’Italia in Europa, abbracciando i valori dell’unità del nostro popolo, della democrazia, dell’uguaglianza, della giustizia sociale».

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