Manovra, Renzi scrive a Mattarella e 'denuncia' il governo: "Incostituzionali"
Top

Manovra, Renzi scrive a Mattarella e 'denuncia' il governo: "Incostituzionali"

Manovra, Renzi scrive a Mattarella: "Signor Presidente della Repubblica, siamo costretti a rivolgerci a Lei per evidenziarLe la gravità di quanto sta accadendo in queste ore nel dibattito politico italiano...."

Manovra, Renzi scrive a Mattarella e 'denuncia' il governo: "Incostituzionali"
Matteo Renzi e Sergio Mattarella
Preroll

globalist Modifica articolo

27 Ottobre 2023 - 15.15


ATF

Matteo Renzi e i parlamentare del gruppo Italia Viva – Il Centro – Renew Europe hanno inviato una lettera a Sergio Mattarella, denunciando un comportamento a loro dire “incostituzionale” da parte del governo Meloni sulla Legge di Bilancio.

«Signor Presidente della Repubblica, siamo costretti a rivolgerci a Lei per evidenziarLe la gravità di quanto sta accadendo in queste ore nel dibattito politico italiano. Mentre la geopolitica ci consegna un fosco scenario internazionale, con venti di guerra che soffiano dall’Europa alla Terra Santa fino al Sud Est Asiatico, il Governo del nostro Paese sta affrontando la stesura della legge di bilancio in modo che definire istituzionalmente indecente è riduttivo». 

«Signor Presidente, abbiamo appreso che il Consiglio dei Ministri si è riunito lo scorso 16 ottobre 2023 e ha approvato il disegno di legge di bilancio – prosegue la lettera -. Così almeno ha assicurato la Presidente del Consiglio dei Ministri che ha illustrato alla stampa le linee guida del documento, senza peraltro rispondere alle domande dei giornalisti perché impegnata in un appuntamento internazionale».

«Noi immaginavamo che il testo fosse stato approvato ma da quello che apprendiamo dalla stampa ci sono ancora delle modifiche in corso, modifiche non formali. Ieri Fratelli d’Italia ha ufficialmente comunicato che la Presidente Meloni ha eliminato una norma (quella sul prelievo nei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate) che era presente nel testo approvato. Signor Presidente, non abbiamo bisogno di motivare alla Sua qualificata attenzione che siamo fuori da ogni forma di rispetto istituzionale e persino di legalità».

«Il coordinamento formale che tradizionalmente avviene dopo il Consiglio dei Ministri non può spingersi al punto da cambiare, modificare, eliminare norme che il Consiglio dei Ministri ha già approvato – si legge ancora nella missiva -. Qui siamo in presenza di tutt’altra fattispecie: la Presidente ha eliminato sua sponte delle norme che il Consiglio ha approvato. È diritto della Presidente del Consiglio proporre qualsivoglia modifica prima che il testo arrivi alla Sua attenzione, signor Presidente, ma questo deve passare da una nuova formale approvazione del Consiglio dei Ministri. Signor Presidente, non stiamo ponendo una questione formale».  

«La Presidente Meloni e il Ministro Salvini hanno comunicato che non consentiranno alle proprie formazioni politiche di fare emendamenti e che la manovra deliberata da Palazzo Chigi dovrà pubblicarsi in Gazzetta Ufficiale esattamente come il Governo l’ha scritta. Si tratta di un messaggio grave che intendiamo contestare in Aula in sede di dibattito. A prescindere dall’ulteriore svilimento del Parlamento, che non riesce a fare un’articolata doppia lettura ormai da anni, (da quando cioè con il Governo Conte si è affermato un monocameralismo di fatto su cui Ella stessa ha fatto sentire la Sua voce) il punto istituzionale è che abbiamo il diritto di avere un testo che sia approvato dai Ministri in sede formale e non modificato dalla Presidente del Consiglio con un tweet».  

«Rispettiamo almeno le forme, Signor Presidente, perché altrimenti la crisi della democrazia italiana sarà irrecuperabile. La invitiamo a svolgere le verifiche che Ella riterrà opportune e esercitare il suo alto magistero nel senso di consentire l’invio al Parlamento di un testo formalmente ineccepibile. Ove non vi fosse un nuovo passaggio dal Consiglio dei Ministri a nostro avviso saremmo in presenza di una gravissima violazione costituzionale e parlamentare». 

Native

Articoli correlati