Schlein: "Le Pen a Pontida per silurare Giorgia Meloni"
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Schlein: "Le Pen a Pontida per silurare Giorgia Meloni"

Così la segretaria del Pd Elly Schlein dal palco di Barletta nel corso di un confronto con Nicola Fratoianni per la festa nazionale di Sinistra Italiana

Schlein: "Le Pen a Pontida per silurare Giorgia Meloni"
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18 Settembre 2023 - 01.15


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A destra c’è la corsa tra chi è più a destra. Con Salvini che dà il meglio del peggio e Giorgia Meloni che vorrebbe anche se cerca di contenersi.

«Per chi non l’avesse capito, oggi Marine Le Pen non è venuta a Pontida solo a fare gli auguri a Salvini ma a silurare Giorgia Meloni».

Così la segretaria del Pd Elly Schlein dal palco di Barletta nel corso di un confronto con Nicola Fratoianni per la festa nazionale di Sinistra Italiana. «Il messaggio da Pontida era chiaro – aggiunge – si stava meglio quando c’era Salvini…». «Non sfugge a nessuno il tentativo in corso a destra di Salvini di far allargare a Le Pen l’alleanza europea del centrodestra», conclude la segretaria del Pd.

Sono per l’aiuto a Kiev, altra cosa è l’aumento delle spese militari

 «Io sono tra chi, ancora prima di rientrare nel Pd, ho sentito il dilemma ma non ho avuto dubbi che fosse giusto sostenere» l’Ucraina «anche militarmente, perché non si può accettare chi pensa di riscrivere con gli eserciti i confini. Dico però non fermiamoci lì, dobbiamo batterci per uno sforzo politico e diplomatico della Ue che finora non abbiamo visto, perché sulla politica estera i governi troppo gelosi». Lo ha detto alla festa di Sinistra italiana a Barletta la segretaria del Pd, Elly Schlein, sottolineando che «altra cosa sono le spese militari»

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«Io – ha spiegato la leader dem – penso che sarebbe meglio avere una difesa comune ma conosco troppo quei meccanismi» per non vedere che manca una «volontà politica» in questa direzione. Quindi «pensano di raccontarci che la difesa comune si faccia aumentando in modo lineare la spesa dei singoli paesi europei, è il contrario, se davvero» ci fosse una difesa comune le spese si potrebbero ridurre, «razionalizzare».

Una posizione che non convince «del tutto» il padrone di casa, Nicola Fratoianni, che ricorda di essere stato «fin dal primo momento contrario all’invio di armi in Ucraina». Sulle spese militari «il 2% del Pil nazionale vuol dire 13 miliardi di euro in più ogni anno, mezza manovra, invece di buttarli usiamo quelle risorse per rispondere ai problemi del Paese»

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