Non solo Qatargate, per Eva Kaili accuse di frode al Parlamento europeo: ecco le ipotesi
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Non solo Qatargate, per Eva Kaili accuse di frode al Parlamento europeo: ecco le ipotesi

Eva Kaili, la Procura europea contesta varie richieste di rimborso ingiustificate per conto degli assistenti finalizzate a incassare una quota delle somme e dei loro stipendi. È questa l'ipotesi di frode ai danni del Parlamento europeo.

Non solo Qatargate, per Eva Kaili accuse di frode al Parlamento europeo: ecco le ipotesi
Eva Kaili
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25 Aprile 2023 - 12.06


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Qatargate, alle accuse di corruzione nei confronti di Eva Kaili, finita ai domiciliari, si aggiungono anche quelle di frode al Parlamento europeo. La Procura europea contesta varie richieste di rimborso ingiustificate per conto degli assistenti finalizzate a incassare una quota delle somme e dei loro stipendi. È questa l’ipotesi di frode ai danni del Parlamento europeo per la quale l’europarlamentare Eva Kaili è finita nel mirino della Procura europea, che aveva chiesto la revoca dell’immunità dell’ex vice presidente dell’Aula lo scorso 15 dicembre. 

L’eurodeputata greca, sotto accusa per il caso Qatargate, si trova al centro di un’altra indagine. Secondo una lettera della Procura europea, di cui ha dato conto la testata Politico, l’ex vice presidente avrebbe ingannato l’Europarlamento in merito al luogo di lavoro e alle attività svolte dai suoi assistenti. Il regolamento dell’Aula prevede infatti rimborsi per le missioni di lavoro del personale degli europarlamentari. 

Kaili, oltre che per le false dichiarazioni dei suoi assistenti nella legislatura dal 2014 al 2020, è anche accusata di aver preso una quota dei loro rimborsi per i falsi viaggi di lavoro e di aver percepito una parte dei loro stipendi. Gli investigatori avrebbero affermato che a Kaili viene contestata una somma totale pari a «circa 100 mila euro», ha detto a Politico una persona a conoscenza dei dettagli dell’indagine. Kaili, tramite i suoi legali, ha dichiarato di aver promesso di restituire i soldi dovuti e che rispetterà qualsiasi raccomandazione delle autorità Ue. 

Oltre che per l’ex esponente dei Socialisti e democratici – alla quale due settimane fa sono stati concessi gli arresti domiciliari dopo quattro mesi di carcerazione preventiva per il caso Qatargate – la Procura europea aveva chiesto la revoca dell’immunità anche per un’altra europarlamentare greca. Si tratta di Maria Spyraki, esponente del Partito popolare europeo, accusata di aver ingannato l’Europarlamento sulle attività dei suoi assistenti e di aver detto loro di dichiarare spese per finti viaggi di lavoro. Tuttavia, i documenti riportati non affermano che Spyraki abbia ricevuto parte degli stipendi o dei rimborsi. 

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