Figli delle coppie gay, la proposta Ue sbarca in Senato: ecco la situazione in Italia
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Figli delle coppie gay, la proposta Ue sbarca in Senato: ecco la situazione in Italia

In Senato si discuterà della proposta Ue, di aprire al registro dei figli delle coppie gay in tutti gli Stati membri. Sarà battaglia politica, con la destra arroccata sulle proprie posizioni.

Figli delle coppie gay, la proposta Ue sbarca in Senato: ecco la situazione in Italia
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7 Marzo 2023 - 10.06


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La Ue ha proposto lo scorso dicembre che i figli registrati come tali in una coppia gay, debbano esser riconosciuti in ogni Stato membro. Una proposta che ora sbarca in Senato in Italia, portando con sé discussioni ideologiche e politiche.

“Una famiglia formata da due madri o da due padri in Francia, Spagna, Germania e in tutti i diciannove Paesi europei che già la riconoscono come tale, non deve e non può smettere di esserlo quando varca un confine e arriva in Paesi come Ungheria, Bulgaria, Polonia, Romania o Italia che non hanno una legislazione a favore dell’omogenitorialità”, ha detto Alessia Crocini, presidente delle Famiglie Arcobaleno.

La proposta di regolamento – che prevede la creazione di un certificato europeo di filiazione – dovrà essere valutata da tutti i parlamenti nazionali per poi essere adottata dal Consiglio Ue all’unanimità previa consultazione con l’Europarlamento. In Italia, è all’esame della commissione Politiche europee, da settimane alle prese con le audizioni, che martedì si chiudono con la Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti. Poi la discussione e alla fine la commissione darà un parere sul testo, di cui terrà conto il Parlamento europeo nello step successivo. Se approvato, il regolamento diventerebbe vincolante per tutti nell’Unione. 

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Al Senato si va dalla cautela di Forza Italia al no quasi scontato di Fratelli d’Italia. Prudente il Terzo polo, che vorrebbe mediare con un certificato di filiazione europea facoltativo, e non obbligatorio, in modo da non intaccare il diritto di famiglia che è tema di competenza dei singoli Stati.

Simona Malpezzi, capogruppo Dem ricorda che “già in occasione dell’iter della legge sulle unioni civili, il Pd ha sempre sottolineato la preminenza dell’interesse del minore al riconoscimento dello stato di figlio come da giurisprudenza Cedu”. In linea Dolores Bevilacqua del M5s: “Su questo tema c’è un vuoto normativo non più accettabile”, sottolinea la senatrice che respinge come “sterili” le polemiche sulla maternità surrogata. Per Peppe De Cristofaro di Avs “è una conquista per i diritti civili e sociali che metterebbe uno stop alle discriminazioni”.

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