Eva Kaili resta in cella. Per lei nessuna scarcerazione nemmeno con il braccialetto elettronico. Con ordinanza emessa questa mattina, la Camera di Consiglio ha prorogato di un mese la carcerazione preventiva di E.K».
È quanto si legge in una nota della Procura federale belga in merito alla richiesta di scarcerazione dell’ex vice presidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, in arresto per corruzione nell’ambito del Qatargate. «Se, entro 24 ore, viene proposto ricorso contro tale decisione, l’interessato comparirà entro quindici giorni dinanzi alla camera d’accusa presso la Corte d’appello di Bruxelles», si legge ancora nella nota. «Nell’interesse delle indagini, al momento non verranno fornite ulteriori informazioni», conclude la procura
L’udienza
Il Qatargate è ancora in una fase embrionale ma i protagonisti della vicenda cominciano a parlare con gli inquirenti e a coinvolgere altri colleghi dell’Europarlamento e non solo. Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento Europeo, è una delle figure centrali dell’inchiesta e questa mattina i suoi legali sono comparsi di fronte al giudice.
«Abbiamo chiesto che la signora Kaili possa essere sottoposta al regime di sorveglianza elettronica», hanno dichiarato i due avvocati dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo, André Rizopoulos e Mihalis Dimitrakopoulos, al termine dell’udienza alla camera di consiglio al tribunale di Bruxelles
La decisione sulla permanenza in carcere di Eva Kaili, l’ex vice presidente del Pe agli arresti per lo scandalo del Qatargate sarà presa questa sera tardi. Lo hanno comunicato al termine dell’udienza alla camera di consiglio gli avvocati di Kaili.