Certi fascisti che letteralmente non sono esseri umani
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Certi fascisti che letteralmente non sono esseri umani

Alessio Di Giulio in un paese civile verrebbe immediatamente bandito non solo dal partito a cui appartiene, ma anche da qualunque altro umano consesso.

Certi fascisti che letteralmente non sono esseri umani
Il leghista Alessio Di Giulio
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David Grieco Modifica articolo

5 Settembre 2022 - 16.26


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Rimproveriamo giustamente tutti i giorni Giorgia Meloni per quella vecchia fiamma che si porta tenacemente appresso ma spesso colpisce di più ciò che accade momento per momento in questo nostro paese che tira fuori il peggio di sé durante una veloce e barbara campagna elettorale che lo sta impietosamente mettendo a nudo.

Ogni giorno assistiamo a esempi di un fascismo vero, profondo ed esistenziale che ci lasciano basiti. Ieri un responsabile fiorentino della Lega dal cranio rasato ha allegramente postato sul web un selfie che fa letteralmente vomitare.

Questo selfie lo ritrae in strada con alle spalle un’anziana donna rom facilmente riconoscibile dal suo abito tradizionale. Il leghista la inquadra e afferma più volte sorridendo a 24 denti: “Vota Lega per non vederla mai più, vota Lega per far sì che lei a Firenze non ci sia mai più!”.

L’unica cosa che non si capisce è se voglia deportarla o gasarla sul posto per maggiore comodità. Questo individuo (che si chiama Alessio Di Giulio, non dimenticate questo nome) non è soltanto un fascista. Questo individuo non merita nemmeno di essere considerato un essere umano.

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In un paese civile verrebbe immediatamente bandito non solo dal partito a cui appartiene, ma anche da qualunque altro umano consesso.

Una domanda ci attanaglia e ci angoscia veramente: ma quanti ce ne sono di italiani così? Perché in questo difficile e tremendo frangente sembrerebbero non pochi. Il 25 settembre non si voterà soltanto per dare un governo a questo paese così disastrato. Il 25 settembre si voterà anche e soprattutto per capire chi siamo, cosa siamo diventati, o cosa rischiamo di diventare.

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