Elezioni, Renzi chiama Calenda: "Io e Carlo insieme faremmo il botto"
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Elezioni, Renzi chiama Calenda: "Io e Carlo insieme faremmo il botto"

Renzi: "Le idee in comune sono più vicine delle diversità metodologiche e caratteriali che ci separano. Noi ci siamo posizionati sul Terzo Polo da subito. Se Azione ci sta, siamo pronti a ricominciare insieme".

Elezioni, Renzi chiama Calenda: "Io e Carlo insieme faremmo il botto"
Matteo Renzi
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9 Agosto 2022 - 10.44


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Matteo Renzi potrebbe tornare in ballo per un alleanza di centro con Carlo Calenda, dopo la rottura del leader di Azione con il Pd. In un’intervista al Messaggero, l’ex sindaco di Firenze ha parlato di questo possibile scenario. 

”La grande ammucchiata non funziona. Si va dagli elettori condividendo delle idee, non uno schema con il numero dei collegi” e tende la mano a Calenda “quando abbiamo lavorato insieme abbiamo lavorato bene” aprendo alla nascita del Terzo polo.

“Quello del 25 settembre sarà un seme, che avrà un ottimo risultato elettorale ma che sarà destinato ad affermarsi in futuro. Ci sono moderati che non vogliono votare la Fiamma, ci sono riformisti che non vogliono votare gli anti Draghi: dare loro un tetto significa avere una visione politica, non una lista di cose tecniche da fare”. 

Affrontando la questione dell’alleanza con Calenda dice: “Le idee in comune sono più vicine delle diversità metodologiche e caratteriali che ci separano. Noi ci siamo posizionati sul Terzo Polo da subito. Se Azione ci sta, siamo pronti a ricominciare insieme, senza primogeniture ma puntando al bene dell’Italia. Io e Carlo insieme possiamo fare il botto”. 

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Secondo Renzi “Letta è il vero sconfitto di questa fase politica”: “Poteva fare un accordo in nome dell’antimelonismo e dell’antisalvinismo. Per farlo però doveva fare l’accordo con i Cinque Stelle. Non c’è riuscito. Oppure viceversa poteva fare un’agenda politica in nome di Mario Draghi e allora doveva portar dentro Italia Viva, Azione e i riformisti. E tenere fuori i populisti, invece è rimasto invischiato nei suoi rancori personali contro di me. E soprattutto è rimasto indeciso e tentennante sulla strategia politica”.

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