Casini: "Basta personalismi, alleanza con Letta, Calenda, Renzi e Speranza"
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Casini: "Basta personalismi, alleanza con Letta, Calenda, Renzi e Speranza"

L'ex presidente della Camera: "Oggi sono chiamate a superare i loro personalismi e a creare un'area ampia di riformismo"

Casini: "Basta personalismi, alleanza con Letta, Calenda, Renzi e Speranza"
Pierferdinando Casini
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23 Luglio 2022 - 11.48


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 La destra si può battere? «A sei mesi dalle elezioni, le smanie e le frenesie elettorali hanno avuto il sopravvento. Era anche prevedibile, se vogliamo». Pier Ferdinando Casini inquadra con realismo la fine anticipata della legislatura e guarda avanti ammonendo che «davanti a questo sfacelo, alzare le proprie bandierine farebbe solo ridere».

Il cuore della sua intervista al Corriere della Sera sta nel passaggio in cui l’ex presidente della Camera osserva che «le forze che si sono riconosciute nel programma del premier oggi sono chiamate a superare i loro personalismi e a creare un’area ampia di riformismo che vada da Letta a Renzi, da Speranza a Calenda, perché l’emergenza in cui ci troveremo nei prossimi mesi si affronta solo così».

«Non siamo all’anno zero. Se posso permettermi una riflessione indirizzata ai protagonisti della politica di oggi – ragiona Casini – vorrei ricordare che il governo è caduto ma esiste un’area politica omogenea che fino all’ultimo si è riconosciuta nella sua agenda programmatica».

Quanto al posizionamento dei partiti, Casini osserva che per M5s «siamo di fronte al primo esempio di una forza politica che in quattro anni ha perso i tre quarti dei suoi consensi», mentre al centrodestra manda a dire che Salvini e Berlusconi «hanno fatto un gigantesco favore a Meloni, che il giorno delle elezioni avrà ancora più consenso». Una riflessioni sui timori di `influenze´ da Mosca: «Certo, non credo che i protagonisti massimi della politica abbiano subito interferenze dirette. Mi sento di escluderlo, da uomo delle istituzioni. Ma che i russi si stiano sfregando le mani, che preferiscano che la postura internazionale di Draghi sia sostituita da una più ambigua, questo è certo». 

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