Salvini usa il discorso di Zelensky per rilanciare il razzismo umanitario
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Salvini usa il discorso di Zelensky per rilanciare il razzismo umanitario

Salvini ritira fuori la distinzione tra profughi 'veri' e 'finti', particolarmente odiosa visto l'enorme quantità di conflitti nella sola Africa da cui fuggono i profughi che la Lega lascerebbe annegare nel Mediterraneo

Salvini usa il discorso di Zelensky per rilanciare il razzismo umanitario
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22 Marzo 2022 - 14.38


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“Quando si parla di armi non riesco ad essere felice” dice Matteo Salvini, il cui nome insieme alla parola ‘armi’ in una ricerca su Google regala un suo sorriso da bambinone felice mentre contempla un fucile a pompa. “Aiutare il popolo ucraino a difendersi è fondamentale, sostenere la battaglia di libertà e di vita e accogliere profughi veri e non finti a cui siamo abituati, è sacrosanto” ha continuato Salvini, con supremo sprezzo del ridicolo, dopo il discorso di Zelensky alla Camera. 

Questa distinzione tra ‘profughi veri’ e ‘finti’, particolarmente odiosa, deve essergli piaciuta a Salvini: gli fornisce una scappatoia per poter fare il suo gioco, ossia mostrarsi francescanamente compassionevole verso i profughi che scappano dalla guerra in Ucraina e continuare a ringhiare contro chi attraverso il mare su un barcone per sfuggire alle altre guerre, quelle che lui definisce finte. 

Nella sola Africa sono attualmente in corso diversi conflitti e guerre: Burkina Faso (scontri tra etnici), Egitto (guerra contro militanti islamici ramo Stato Islamico), Libia (guerra civile in corso), Mali (scontri tra esercito e gruppi ribelli), Mozambico (scontri con ribelli RENAMO), Nigeria (guerra contro i militanti islamici), Repubblica Centrafricana (spesso avvengono scontri armati tra musulmani e cristiani), Repubblica Democratica del Congo (guerra contro i gruppi ribelli), Somalia (guerra contro i militanti islamici di al-Shabaab), Sudan (guerra contro i gruppi ribelli nel Darfur), Sud Sudan (scontri con gruppi ribelli). 

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Ma per Salvini e la Lega, chi scappa da queste guerre sta fingendo: un termine raccapricciante che mostra tutta la pochezza politica di un partito che non ha il coraggio definirsi per quello che è, ossia razzista, ma si ammanta di parole prese dalla Bibbia (un po’ come Putin nel suo discorso allo stadio, qualche giorno fa. D’altronde, il dittatore russo era il riferimento politico di Salvini fino a non più tardi di tre settimane fa. Stilemi e modus operandi si rifanno alla Russia, non ad altri). 

“Le sanzioni vanno bene, va bene prendersela con gli oligarchi o i ministri. L’importante è non prendersela con la povera gente che sta subendo questa guerra” ha continuato Salvini. Che non può ammetterlo, ma è profondamente preoccupato che l’ex amico Putin si ricordi di quel politico italiano che diceva di ammirarlo ma che poi ha votato a favore delle sanzioni. 

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