Fronte dell'Est: Draghi fa il mediatore, Biden il piromane mentre ricomincia il countdown
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Fronte dell'Est: Draghi fa il mediatore, Biden il piromane mentre ricomincia il countdown

La situazione è quella che era qualche giorno fa: questi episodi che sembravano annunciare una de-escalation non sono al momento presi seriamente. Quindi dobbiamo rimanere pronti a ogni eventualità

Fronte dell'Est: Draghi fa il mediatore, Biden il piromane mentre ricomincia il countdown
Crisi tra Ucraina e Russia
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

17 Febbraio 2022 - 18.09


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C’è chi si propone come mediatore e chi fa il piromane. Le due facce della diplomazia internazionale.

Draghi il mediatore

“La situazione è quella che era qualche giorno fa: questi episodi che sembravano annunciare una de-escalation non sono al momento presi seriamente. Quindi dobbiamo rimanere pronti a ogni eventualità”. Lo ha detto il presidente del Consiglio,Mario Draghi, dopo la riunione informale del Consiglio europeo sulla crisi tra Russia e Ucraina.

E ha aggiunto: “In questo momento la strategia deve essere fattadi due elementi: il primo consiste nel riaffermare la nostra unità. Questo è forse il fattore che ha più colpito la Russia. Inizialmente ci si poteva aspettare che essendo così diversi avremmo presi posizioni diverse. Invece nel corso di tutti questi mesi non abbiamo fatto altro che diventare sempre più uniti. E uniti significa tantissimi paesi, non solo l’Occidente, perché all’interno della Nato ci sono paesi che non appartengono a quello che noi chiamiamo Occidente. Quindi il dispiegamento di questa unità è già di per se qualcosa di importante”.

“Insieme a tutto ciò occorre mantenere il dialogo il più possibile aperto. Tutti i canali bilaterali, la Nato, l’Osce, il formato di Normandiasono tutti canali di dialogo che vanno utilizzati con la massima determinazione”, ha aggiunto.

Intanto si lavora ad un viaggio del premier italiano a Mosca. Il viaggio, secondo quanto si apprende, dovrebbe realizzarsi a breve. “E’ previsto, oggi stanno parlando per organizzarla”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi risponde, a margine del Consiglio Europeo informale a Bruxelles,alla domanda se sia previsto un incontro con il presidente russo Vladimir Putin nei “prossimi giorni”.

Draghi ha poi detto: “Ilpresidente ucraino Zelensky, in una telefonata che abbiamo avuto ieri, ha chiesto la possibilità di riuscire a parlare con il presidente Putin, di vedere se l’Italia avesse potuto aiutarlo su questo fronte. La stessa richiesta è stata rivolta ad altri intorno al tavolo di oggi, evidentemente non sarà facile ma l’obiettivo è quello, far sì che Zelensky e Putin si siedano intorno a un tavolo”.

“L’imposizione di sanzioni richiede l’unanimità di tutti gli Stati membri e tutti i Paesi Ue, compresa l’Ungheria, sono concordi sul pacchetto di sanzioni da adottare contro la Russia”. Ad affermarlo è l’Alto Rappresentante per la Politica estera e la Difesa comune dell’Unione Europea Josep Borrella margine dell’incontro informale dei Capi di Stato e di governo sulla crisi tra Ucraina e Russia. L’alto diplomatico ha affermato che le sanzioni saranno applicate “in base al livello di intensità dell’aggressione da parte della Russia”. 

Sulla questione de-escalation e ritiro russo ha rimarcato: “Non abbiamo evidenza di questo ritiro delle truppe. Ma ciò di cui abbiamo prova e siamo sempre più preoccupati è un aumento dei combattimenti e di bombardamenti pesanti in alcune parti del confine, esattamente quelle parti che ho visitato all’inizio di gennaio, in cui non c’erano attività militari. Nelle ultime ore ci sono stati pesanti bombardamenti, combattimenti e abbiamo anche notato molta disinformazione da parte russa per creare un’atmosfera di presunti attacchi contro la popolazione russa in questa parte dell’Ucraina”.

E ancora: “Se aggiungete a questo il fatto che la Dumaha votato per chiedere al presidente Putin di riconoscere l’indipendenza di queste due repubbliche separatiste, tutto il pacchetto aumenta la nostre preoccupazioni. Certo siamo molto preoccupati”. 

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L’America piromane

Gli Stati Uniti hanno ragione di credere” che la Russia sia “impegnata in un’operazione false flag”, un’operazione per creare il pretesto per attaccare. Lo ha detto Joe Biden ai giornalisti lasciando la Casa Bianca per andare in Ohio. “Tutte le indicazioni sono che si stanno preparando ad entrare in Ucraina, ad attaccare l’Ucraina”, ha aggiunto il presidente.    

“La mia sensazione è che questo avverrà nel giro di pochi giorni”, ha detto ancora Biden, sottolineando di non avere ancora letto la lettera inviata da Moscain risposta alle proposte Usa. E affermando di non aver “in programma di parlare con Putin”. Riguardo poi all’intervento oggi al Palazzo di Vetro di Antony Blinken, il presidente ha detto che il segretario di Stato presenterà un percorso per una soluzione diplomatica, ribadendo che “questo percorso esiste”.

Cartellino rosso

La Russia ha espulso il secondo diplomatico presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca senza alcuna giustificazione. “Possiamo confermare che la Russia ha espulso il vice capo della missione (Dcm) degli Stati Uniti in Russia, Bart Gorman. Il Dcm Gorman è stato il secondo funzionario più anziano dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca dopo l’Ambasciatore ed un membro chiave del gruppo dirigente dell’Ambasciata”, ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato Usa.

“L’azione della Russia contro il nostro Dcm non è stata provocata e stiamo valutando la nostra risposta”, ha affermato il portavoce, chiedendo alla Russiadi “porre fine alle sue espulsioni infondate di diplomatici e personale statunitensi e di lavorare in modo produttivo per ricostruire le nostre missioni”. Gorman si trovava in Russia da 3 anni e il mandato non era ancora terminato. Il portavoce del dipartimento ha continuato dicendo che “Ora più che mai, è fondamentale che i nostri paesi dispongano del personale diplomatico necessario per facilitare la comunicazione tra i nostri governi”. Negli ultimi anni la Russia ha costretto gli Stati Uniti a ridurre le dimensioni della propria presenza diplomatica nel paese.

Intanto laRussia anticipa che sarà costretta a una “risposta tecnico militare” alla mancanza di risposta da parte degli Stati Uniti alle richieste di garanzie sulla sicurezza in Europa. Nel messaggio di dieci pagine inoltrato agli Stati Uniti nel quadro di questo negoziato, si sottolinea che non è stata pianificata una invasione dell’Ucraina. ”In assenza di disponibilità da parte degli Stati Uniti a concordare garanzie solide e giuridicamente vincolanti per la nostra sicurezza da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, la Russia sarà costretta a rispondere, anche attuando misure tecnico militari”, si legge nel documento, anticipato da Kommersant.

Il documento elenca i temi chiave a cui, secondo Mosca, gli Stati Uniti non hanno dato una risposta costruttiva: la richiesta di non espandere ulteriormente la Nato, del ritiro della formula di Bucarest”, secondo cui “Ucraina e Georgia diventeranno membri della Nato” e la richiesta di non creare basi militari sul territorio di Stati precedentemente parte dell’Urss e non membri dell’Alleanza, compreso l’uso delle loro infrastrutture per lo svolgimento di qualsiasi attività militare, nonchè il ritorno delle capacità militari e infrastrutture della Nato allo status del 1997, quando fu firmato l’atto costitutivo delle relazioni Russia-Nato. “Queste disposizioni sono di fondamentale importanza per la Federazione russa”, ricorda il documento.

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Se l’Ucraina si unisse alla Nato, Kiev probabilmente “cercherebbe di rivendicare laCrimea con la forza, trascinandoci in un conflitto”. Lo afferma il ministero degli Esteri russo nella riposta agli Usa sulla sicurezza, secondo quanto riferisce la Tass.

Le reazioni

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha escluso che le truppe russe vengano al momento “ritirate” dal confine ucraino, nonostante le dichiarazioni del governo russo, e ha sottolineato che la situazione rimane “estremamente grave”.    

“Ieri sera ho parlato con il presidenteBiden. La situazione è estremamente grave e non c’è stato alcun segnale di ritiro della Russia. Accogliamo con favore qualsiasi gesto da Mosca che ci permetta di fare passi avanti attraverso i canali diplomatici ”, ha affermato il capo delgoverno tedesco, come indicato sul suo account Twitter dalla rappresentanza permanente della Germania nell’UE. Le sue parole arrivano dopo il colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in cui entrambi hanno ribadito la loro posizione comune di fronte alla “continuo mobilitazione militare” russa al confine con l’Ucraina.

Il premier britannico Boris Johnsonsi è unito oggi al coro di accuse rivolte anche da Usa e Nato alla Russia di predisporre provocazioni per giustificare una futura eventuale invasione militare in Ucraina. Johnson ha imputato in particolare a Mosca, come già la sua ministra degli Esteri,Liz Truss, che si trova in visita a Kiev, di aver attribuito alle forze ucraine il bombardamento di un asilo nell’est del Paese controllato dai separatisti delDonbass, mentre si sarebbe trattato di “un’operazione sotto falsa bandiera per screditare” Kiev. “Temo che ne vedremo molte altre nei prossimi giorni”, ha aggiunto.

Il Regno Unito inneggia alla “fortezza” e allo “stoicismo” dell’Ucraina “a dispetto dell’aggressione russa” e s’impegna a garantire “un irriducibile sostegno” a Kievcon la promessa di nuovi aiuti economici, oltre alle “armi difensive” già consegnate di recente e all’addestramento di 22.000 soldati ucraini realizzato nel recente passato, ha rimarcato  Truss

La Nato «è preoccupata» che la Russia cerchi di mettere in scena un pretesto per un attacco armato contro l’Ucraina ma «le intenzioni della Russia non sono chiare». «Non sappiamo cosa accadrà, non sappiamo quali siano le intenzioni dell Russia, ma solo che hanno ammassato la più grande forze mai vista in decenni intorno all’Ucraina, e che ci sono molti funzionari dell’intelligence che operano in Ucraina e nel Donbass», ha affermato il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ribadendo la disponibilità dell’Alleanza a sedersi a un tavolo negoziale con la Russia.

Lapidaria la risposta di Mosca. “Non siamo interessati alle dichiarazioni di Stoltenberg, che o è il segretario generale della Nato, o è un banchiere, non ho ancora capito”, taglia corto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharov., facendo riferimento al fatto che Stoltenberg è stato nominato capo della Banca centrale di Norvegia per i prossimi sei anni. Il segretario generale assumerà l’incarico a settembre dopo aver lasciato la Nato.

Il ponte in costruzione in Bielorussia

Intanto la Cnn ha riferito che in Bielorussia sarebbe in costruzione un ponte al confine con l’Ucraina che potrebbe agevolare l’invasione russa. Immagini satellitari degli ultimi due giorni mostrano nuove strade e un ponte tattico in costruzione lungo il Pripyat River, un fiume chiave in Bielorussia a meno di 6-7 km dalla frontiera ucraina, in quello che alcune fonti della Cnn definiscono un potenziamento delle forze russe e un supporto per un’eventuale invasione puntando verso Kiev. Le attività di costruzione sono monitorate attentamente dall’intelligence e dai dirigenti militari occidentali. Non è chiaro se a operare siano i russi o i loro alleati bielorussi, con cui stanno facendo esercitazioni comuni.

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A gettare altra benzina sul fuoco è il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. L’autocrate di Minsk  ha affermato che il suo paese potrebbe ospitare armi nucleari se dovesse affrontare una minaccia esterna nell’ambito delle crescenti tensioni tra la Russia, uno dei principali alleati e sostenitore di Minsk, e l’Occidente. “Se necessario, se i nostri rivali e oppositori intraprenderanno passi stupidi e insensati, dispiegheremo non solo armi nucleari, ma anche super-nucleari e emergenti per proteggere il nostro territorio”.

Kiev smentisce l’attacco contro i separatisti

L’Ucraina ha respinto oggi le accuse dei separatisti appoggiati dalla Russia secondo cui l’esercito di Kiev avrebbe lanciato attacchi con colpi di mortaio nell’est del Paese. “Nonostante il fatto che le nostre posizioni siano state colpite con armi proibite, inclusa l’artiglieria da 122mm, le truppe ucraine non hanno aperto il fuoco in risposta”, ha affermato all’agenzia di stampa Reuters durante una conversazione telefonica – secondo quanto riportato online – un addetto stampa dell’Operazione Join Forces ucraina. I separatisti appoggiati dalla Russia nell’Ucraina orientale avevano accusato oggi le forze governative di aver aperto il fuoco sul loro territorio quattro volte nelle ultime 24 ore, affermando che stavano cercando di stabilire se qualcuno fosse stato ferito o ucciso.

“Il villaggio ucraino di Stanytsia Luhanska è stato bombardato con armi pesanti dal territorio occupato del Donbass. Le infrastrutture civili sono state danneggiate. Chiediamo a tutti i partner di condannare rapidamente questa grave violazione degli accordi di Minsk da parte della Russia in una situazione di sicurezza già tesa”. Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

Per il momento non ci sono prese di posizione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che monitora la situazione sul terreno ma la cui missione nei giorni scorsi è stata parzialmente smobilitata con il ritiro del personale americano e britannico.

In questo scenario in movimento, la Guardia Nazionale ucraina ha esortato i concittadini alla calma. “Mantenete la calma e abbiate fiducia nella Guardia Nazionale”, si legge in un messaggio postato dall’agenzia di sicurezza su Twitter mentre cresce la tensione per la mancata de-escalation russa lungo i confini del Paese.

Cremlino: la tensione nel Donbass è in aumento 

Il Cremlino sta monitorando l’escalation della tensione nel Donbass e sta osservando l’enorme potenziale offensivo delle forze ucraine di stanza lungo la linea di contatto. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “In effetti, leggiamo e vediamo i rapporti da lì. Naturalmente il nostro esercito ha più informazioni, considerando i dati provenienti da fonti speciali. Ma è ovvio anche senza tali informazioni che le tensioni stanno aumentando”, ha detto Peskov.

E gli strateghi americani ricominciano il countdown.

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