Calenda: "Io aiuto i fascisti a Roma? Solo un inetto come Boccia lo può dire"
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Calenda: "Io aiuto i fascisti a Roma? Solo un inetto come Boccia lo può dire"

L'europarlamentare torna sulla candidatura a sindaco di Roma: "Il Pd aspetta ancora il ritiro della Raggi"

Carlo Calenda
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19 Aprile 2021 - 14.40


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Calenda non le manda a dire sulla questione della candidature per le amministrative che si terranno in autunno, in particolare per la sua personale decisione di proporsi come sindaco di Roma senza aver “aspettato” le decisioni dell’area di centrosinistra di cui Azione fa parte, e senza essersi consultato con i dirigenti del Pd: “Sono stato mesi al tavolo del centrosinistra” per individuare il candidato sindaco di Roma “e per mesi a quel tavolo si aspettava la condanna della Raggi, l’ingresso al governo della Raggi, il ritiro della Raggi, per non fare le primarie e trovare un candidato unitario tra Pd e Cinque Stelle.
E mentre dicono primarie il 20 giugno, continuano a cercare questo.
Se si ritira la Raggi, se scende in campo Zingaretti, se arriva Babbo Natale le cancelliamo… E allora stiamo fermi fino al 20 giugno?”.
Ha detto Carlo Calenda ospite di Tagadà su La7. 
“Dal primo giorno ho detto al Pd che il problema della classe dirigente coinvolge anche il Pd.
Ci sono dirigenti bravissimi ma anche quelli che alle primarie danno il peggio di loro. 
Se devo diventare sindaco di Roma in quel modo, preferisco non diventarlo, perchè non controllerei niente. 
Io voglio cambiare Roma, non fare il sindaco e basta”, ha aggiunto Calenda.
Che alle accuse de lresponsabile enti locali del Pd, Francesco Boccia, di aiutare in questo modo il centrodestra, ha replcato duramente: “Questo è il modo in cui una classe dirigente di inetti cerca di non parlare mai delle cose, e si chiede il voto dicendo che arrivano i fascisti.
Sì, io Boccia lo considero totalmente inetto”.

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