Fontana chiede di riaprire tutto (contro le indicazioni dei suoi stessi amici virologi)
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Fontana chiede di riaprire tutto (contro le indicazioni dei suoi stessi amici virologi)

Il governatore della Lombardia con 15mila contagi al giorno: "La gente comincia ad essere esasperata. Meglio dare un po’ di libertà controllata che regole rigide"

Attilio Fontana
Attilio Fontana
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23 Febbraio 2021 - 08.30


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Con 4mila ricoverati nella sua regione, solo per citare un dato, si grida alle riaperture dei ristoranti.

Il governatore Attilio Fontana elogia per l’approccio dei ministri sul tema delle restrizioni anti-Covid e non commenta le prime decisioni prese – come la proroga del divieto di mobilità interregionale e lo stop alle visite nelle case private in zona rossa – ma la sua opinione è verso una graduale riapertura delle attività. 

“Lo ripeto da mesi. Rischiamo di essere sempre più vittime del virus. Continuiamo ad inseguirlo invece di cercare di anticiparlo. Ci sono alcuni comportamenti inaccettabili che ormai abbiamo capito che favoriscono il contagio. E giusto porre dei limiti generalizzati su quei comportamenti. Mentre si devono prendere provvedimenti mirati solo per circoscrivere alcuni focolai particolari”…
“La Lombardia ora è in zona gialla e ci sono comunque delle limitazioni. Se esistono altre zone in cui l’andamento del contagio è preoccupante è giusto che si sappia in anticipo ogni settimana cosa si potrà fare”.

Fontana ritiene percorribile la strada dell’apertura serale dei ristoranti.

“Non c’è nulla di male se si rispettano le regole e tutte le linee di condotta. Molto meglio quattro persone che cenano al ristorante sedute a un tavolo distanziate, che gli assembramenti che abbiamo visto domenica davanti allo stadio di San Siro o la sera fuori dai bar. La gente comincia ad essere esasperata. E poi finisce che magari a tavola a casa si trovano in ventiquattro. Meglio dare un po’ di libertà controllata che regole rigide che vengono violate senza che nessuno intervenga”.

La Lombardia si trova davanti al problema della Provincia di Brescia.

Due ipotesi in campo, “l’istituzione della zona arancione in tutta la provincia con la chiusura delle scuole o in alternativa alcuni interventi localizzati in alcuni Comuni dove i dati sono più brutti”.
Si valuterà “in base all’andamento delle varianti e su dati sostanziali”.

Capitolo vaccini, in Lombardia c’è il piano Bertolaso, che prevede la vaccinazione di 6,6 milioni di lombardi entro fine giugno“Se arriveranno i vaccini, è possibile finire in tempo”.
Inoltre, “visto che stanno emergendo delle varianti mi auguro che anche le imprese farmaceutiche lombarde producano il vaccino. Serve che il governo le sostenga”.

Ma leggete qui cosa dice Guerra dell’Oms

 

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