Governo e opposizione: più serietà e coerenza nelle scelte anti-Covid è giusto pretenderla
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Governo e opposizione: più serietà e coerenza nelle scelte anti-Covid è giusto pretenderla

Dal Natale sereno siamo passati in un amen in un fine anno di nuovo tutto chiuso in casa

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Claudio Visani Modifica articolo

17 Dicembre 2020 - 09.59


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L’Italia a colori tutto sommato ha funzionato. Da alcune settimane i contagi sono in calo costante anche se lento, il famoso Rt è sotto l’1 (allo 0,8 dall’1,7 che era), il rapporto tamponi-positivi è al 9%, i ricoveri sia in terapia intensiva sia nei reparti Covid sono anch’essi in lenta progressiva diminuzione, i guariti in aumento e oggi il doppio degli attualmente positivi (in calo). Quello che purtroppo non scende è il numero drammatico dei morti, sempre altissimo, che però – dicono gli esperti – è l’effetto di come stavamo 30-40 giorni fa ed è l’ultimo a diminuire. 

Le regioni che sono state rosse e arancioni hanno avuto – com’è lapalissiano – un miglioramento molto più marcato di quelle gialle. Il virus però circola ancora molto, troppo. Oggi c’è una Regione, il Veneto, con i contagi in forte aumento e lo stesso governatore che ne chiede la chiusura, ce ne sono altre due o tre che hanno numeri alti e andamenti altalenanti, mentre le rimanenti sono, tutto sommato, in una situazione di relativa gestibilità del virus. Ergo, la logica vorrebbe che si intervenisse nelle regioni che hanno più problemi con misure di maggior rigore e che si aggiornasse la mappa dei colori a seconda delle rispettive situazioni. 

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Logica vorrebbe anche che, nel frattempo, ci si desse finalmente una mossa per fare quello che non è stato fatto da quando è finita la prima ondata e nei mesi sciagurati della follia estiva. E cioè: migliorare decisamente la capacità di tracciamento (perché riusciamo a tracciare solo se siamo sotto i diecimila nuovi contagi al giorno, che diviso per 20 regioni fa una media di 500 contagi a regione? Abbiamo ancora pochi laboratori, reagenti, tamponi, tracer?), completare il potenziamento delle terapie intensive e dei reparti Covid per metterci in linea con l’Europa, reclutare i medici e gli infermieri che mancano per far funzionare le rianimazioni, gli ospedali e in particolare la medicina territoriale, intervenire in modo concreto e non più a chiacchiere per potenziare il trasporto pubblico e differenziare gli orari, in modo da poter poi finalmente riaprire le scuole in presenza e in sicurezza. 

Invece cos’è è successo? E’ successo che ci hanno fatti diventare tutti gialli in fretta e furia perché bisognava salvare il Grande Natale Consumistico: negozi aperti fino a tardi, cashback, money money money, come a Ferragosto. Poi è successo che nel primo fine settimana giallo una discreta marea di consumisti è andata a consumare. Poi è successo che invece di fare finalmente gli inesistenti controlli anti-assembramento nelle zone critiche e nei locali che non rispettano il distanziamento si è preferito gridare allo scandalo degli assembramenti scaricando tutte le colpe sui consumisti irresponsabili che andavano a consumare. Poi è successo che la Germania e altri Paesi dove, a differenza dell’Italia, i numeri dei contagi e dei morti sono in forte crescita, hanno deciso il lockdown. Così dal Natale sereno siamo passati in un amen a un fine anno di nuovo tutti chiusi in casa come a febbraio-marzo. Un lockdown preventivo questa volta, per poter riaprire le scuole il 7 gennaio in relativa sicurezza e avviare la campagna vaccinale con numeri del contagio tracciabili. Sperando che non sia come la promessa del semi-lockdown a colori delle settimane scorse per poter passare un Natale sereno. 

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Giusto o ingiusto chiudere tutto non saprei dirlo. Anzi, diciamo pure che un maggior rigore da parte di tutti, istituzioni e cittadini, si impone. Diciamo che evitare gli eccessi consumistici, vasche, aperitivi e apericene in centro in questi fine settimana, i cenoni di Natale e le feste di fine anno mentre ci sono 6-700 morti al giorno, è sacrosanto. E diciamo anche che probabilmente è meno pesante per la nostra economia e per le nostre sempre più indebitate casse pubbliche dare una stretta in questo periodo di chiusura delle scuole e di molte aziende.     

 Ma, santiddio, un po’ di coerenza, serietà, strategie e decisioni che durino più di tre giorni da parte della nostra classe dirigente (tutta: governo, opposizione, presidenti di Regione, Confindustria, scienziati, media) è giusto pretenderli o no?

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