Virginia Raggi blocca tutto: "Nessun museo sul Ventennio, Roma è una città antifascista"
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Virginia Raggi blocca tutto: "Nessun museo sul Ventennio, Roma è una città antifascista"

La sindaca stoppa sul nascere la mozione di tre consiglieri M5s che avevano avuto questa bizzarra idea con lo scopo di contrastare il negazionismo e l'ignoranza

Virginia Raggi
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3 Agosto 2020 - 14.30


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La sindaca può e deve essere criticata su tante cose, visto lo stato in cui è ridotta la città. Ma almeno sull’antifascismo e sui valori costituzionali della Repubblica nata dalla resistenza contro il nazi-fascismo è sempre stata netta e categorica.

Roma non avrà un museo sul fascismo per la Capitale “è una città antifascista, nessun fraintendimento in merito”.

E’ trascorso appena il tempo di provocare le prima reazioni indignate dell’Anpi che la sindaca di Roma, Virginia Raggi ha `stoppato’ sul nascere la mozione sottoscritta anche dalla sua collega M5s, Gemma Guerini oltre che dai consiglieri pentastellati Massimo Simonelli e Andrea Coia. E poco importa che l’idea del museo fosse in chiave antifascista con lo scopo di contrastare il negazionismo e l’ignoranza, una sorta di polo d’attrazione per le scolaresche, curiosi e turisti da realizzarsi in un sito di archeologia industriale che si ispirasse ad analoghe operazioni culturali di analisi critica del periodo del nazismo.

Il pericolo di alimentare rigurgiti neofascisti a detta dell’Anpi provinciale di Roma, sarebbe stato troppo elevato.

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L’associazione dei partigiani ha infatti manifestato la più viva contrarietà all’approvazione di una simile mozione e ha invitato i proponenti a ritirarla. “Siamo allarmati – scrive l’Anpi -: non si prevede esplicitamente un museo sui crimini del fascismo, sull’esempio di quanto realizzato in Germania, ma semplicemente sul fascismo. Immaginiamo quanti non vedano l’ora di poter dimostrare che il fascismo ha fatto anche cose buone.

Nella mozione si fa inoltre riferimento sia al nazismo che alla guerra fredda e si arriva a citare il museo in Ungheria che a Budapest, oscenamente, accomuna nazisti e comunisti”. Tutto ciò, conclude l’Associazione dei partigiani, “viene previsto per un Museo che verrà realizzato e gestito dalla prossima consiliatura capitolina, sui cui valori antifascisti nulla possiamo oggi prevedere, quando nel nostro paese non ci si vergogna più di citare Mussolini e dove il fascismo si esprime addirittura formando partiti che esplicitamente ad esso fanno riferimento e che tardano ad essere sciolti”.

La tensione, mai sopita, era riemersa in città nei giorni scorsi dopo la notizia del furto all’Archivio centrale dello Stato, all’Eur di 970 labari che accompagnarono la Marcia su Roma il 28 ottobre del 1922. Altri segnali di scontro, del resto, sembrano accompagnare anche la riassegnazione di alloggi comunali tolti nel tempo ai partiti morosi. Per esempio nella rossa sede di via dei Giubbonari, a campo dei fiori, adesso si pensa di realizzare un museo della resistenza, mentre, quasi per `controbilanciare’, nella ex sede di Colle Oppio, adesso Fratelli d’Italia propone di realizzare un museo delle vittime istrano-dalmate. In questo contesto di scontro, la proposta di un museo del Fascismo, non aveva molti margini di vedere la luce a prescindere dalla bontà o meno della proposta.

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