Sì definitivo della Camera: l'anticorruzione è legge
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Sì definitivo della Camera: l'anticorruzione è legge

Ma il M5s attacca il governo: questa legge è un'altra occasione persa, anzi sprecata con pervicace volontà.

Sì definitivo della Camera: l'anticorruzione è legge
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21 Maggio 2015 - 19.16


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Sì definitivo dell’Aula della Camera al ddl anticorruzione. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 280 voti a favore, 53 contrari ed 11 astenuti. Contro hanno votato M5S e Fi. La Lega si è astenuta.

La lettura del risultato della votazione è stata segnata da un lungo applauso levatosi dai banchi del Pd.

L’Aula della Camera aveva respinto tutti gli emendamenti al ddl anticorruzione.


Ma il M5s attacca il governo: “Questa legge anticorruzione è un’altra occasione persa, anzi sprecata con pervicace volontà. Il nostro voto contrario è stata la conseguenza di una totale chiusura della maggioranza e del Governo. Potevamo avere il daspo per i corrotti, un vero falso in bilancio, e una prescrizione che garantiva la certezza della pena. Inoltre potevamo infliggere un duro colpo agli accordi mafia politica. Nulla di tutto questo è accettabile per chi governa l’Italia, e pagano i cittadini onesti come sempre”. I deputati M5S della commissione Giustizia sono delusi ma non alzano bandiera bianca: “Volevamo anche la figura dell’agente provocatore, perché è necessaria la prevenzione nel campo della corruzione, non solo punire i reati. Siamo molto scontenti da questa chiusura dettata da una accordo tra PD e NCD che lede il diritto alla giustizia dei cittadini italiani. Noi continueremo a lavorare con costanza e serietà fino a che non avremo vere norme contro la corruzione perché il Paese muore di corruzione ogni giorno”.


Ecco cosa prevede il testo:



Pene più severe per corruzione e peculato.
Le pene per il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio aumentano di 2 anni sia nel massimo, passando da 8 ai 10 anni; sia del minimo, da 4 a 6. Questo ha l’effetto di allungare i termini di prescrizione del reato. Riviste al rialzo anche le pene massime per peculato, corruzione per l’ esercizio della funzione, corruzione in atti giudiziari.


Concussione non per il pubblico ufficiale.
Il reato di concussione scatta non solo per il pubblico ufficiale, ma anche per l’incaricato di un pubblico servizio. La pena resta da 6 a 12 anni.


Maggiori sconti di pena per i “collaboratori”. Chi fornisce le prove o aiuta a individuare gli altri responsabili o il sequestro delle somme rischia una condanna ridotta da un terzo a due terzi.



Patteggiamento solo dopo la restituzione del profitto del reato. Prevista la possibilità di ricorrere al patteggiamento solo nel caso in cui ci sia stato il versamento anticipato ed integrale del prezzo o del profitto del reato.


Ripristinato il reato di falso in bilancio. Il falso in bilancio, con cui spesso vengono costituiti ‘fondi neri’, torna ad essere reato. Ma non un reato di danno, bensì di pericolo: non si dovrà provare di aver alterato il mercato o di aver prodotto un danno alla società, come invece chiedevano FI e Ncd. Già il ddl Grasso prevedeva una riscrittura della disciplina in materia. Il testo ora approvato prevede una distinzione tra società quotate e non quotate. Chi falsifica il bilancio di società quotate in borsa, rischia da 3 a 8 anni di reclusione. Per le altre società, nel caso in cui “consapevolmente” si espongano “fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero” o li si omettano, la reclusione va da 1 a 5 anni: niente intercettazioni, dunque, previste per i reati con condanne sopra i 5 anni. Per le piccole società che da codice civile non possono fallire è prevista la procedibilità a querela di parte. I fatti di lieve entità sono puniti con il carcere da 6 mesi ai 3 anni; prevista, la non punibilità per particolare “tenuità del fatto”. Per tutti i tipi di società salgono le sanzioni pecuniarie: i vertici rischiano di pagare dalle 200 alle 600 quote.


Pene più severe per l’associazione mafiosa. Per l’associazione mafiosa si arriva a 26 anni. Per coloro che fanno parte di un’associazione mafiosa formata da 3 o più persone la reclusione va da 10 a 15 anni (ora 7-12); da 12 a 18 (ora 9-14) per i promotori, gli organizzatori e coloro che dirigono l’associazione mafiosa; se l’associazione è armata, da 12 a 20 (ora 9- 15); per i boss, da 15 a 26 anni (ora 12 – 24).


Obbligo per i pm di informare l’authority anticorruzione. Il Pm che eserciti l’azione penale per i delitti contro la pubblica amministrazione, deve informare il presidente dell’Autorità Anticorruzione dando notizia dell’imputazione.

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