Matteo Renzi, come lui stesso ha detto, va avanti “come un rullo” con le sue riforma, ma c’è chi, all’interno della sua stessa area politica, non la pensa come lui. «Mi sembra rituale e continuista. Il governo rinuncia a promuovere una manovra anticiclica mentre siamo di fronte a emergenze economiche e sociali sempre più gravi che richiederebbero un cambiamento di rotta». Stefano Fassina, bocciando il Def presentato ieri.
«Si continua con l’austerità e col decreto lavoro. Così avremo lo stesso risultato che abbiamo avuto coi governi precedenti: meno Pil, meno occupazione, più debito pubblico», ha aggiunto l’ex viceministro all’Economia. «Si sarebbe dovuto – ha spiegato – almeno utilizzare tutto lo spazio al di sotto del 3% del rapporto deficit/Pil per finanziare gli investimenti produttivi, aumentando la domanda per le imprese e ottenendo anche un miglioramento del debito pubblico».
Le imprese non assumono perché non c’è domanda – Fassina ha poi spiegato che «dopo la conferenza stampa di metà marzo, avevamo sperato in una inversione di rotta. Invece continua questa ossessione per la precarietà del lavoro come soluzione per l’occupazione». «Dovrebbe ormai essere chiaro anche ai più ostinati che le imprese non assumono perchè non c’è domanda. Continuare a precarizzare sempre di più il mercato del lavoro non aiuta l’occupazione, anzi. Rende i lavoratori più spaventati e questo produce effetti negativi sulla domanda. Ormai questa non è più un’opinione, abbiamo fiumi di dati che la confermano».
A fine anno servirà una manovra correttiva – «A fine anno ci sarà meno pil, meno occupati e più debito e inizierà il giro per un’ulteriore manovra correttiva», ha poi detto.
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