Crisi. Chi ci capisce è bravo
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Crisi. Chi ci capisce è bravo

Lettura comparata di ciò che raccontano sia accaduto al vertice di Cannes e su cosa ci attende in casa. Col beneficio del dubbio.<br><br>

Crisi. Chi ci capisce è bravo
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4 Novembre 2011 - 10.16


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Corrierone misurato. I titoli sono necessaria sintesi e sovente stravolgono in parte la cronaca che segue. Il Corrierone, ad esempio, col suo stile sempre misurato ci informa che sulla “Misure anticrisi”, quali che siano siano, “Ci sarà la fiducia”. Vale e dire che sarà il governo a porre l’ennesimo voto di fiducia, ma tanto per essere più sicuri, a partire dalla maggioranza blindata del Senato. Su come potrà votare la Camera, vedremo ai prossimi titoli, i dubbi sono sempre più forti. Più originale il sottotitolo che segue: “Offerta d’aiuto del Fmi”, bene (uno si dice pensando a cosa rappresenta il Fondo monetario internazionale). Meno comprensibile la frase che segue. “I dubbi italiani”. Ma come, siamo noi italiani a sollevare dubbi sulle scelte “suggerite” dalla economia mondiale? Dev’essere merito e colpa della orgogliosa rassicurazione data dal Premier: «Ricchezza degli italiani è multiplo del debito». Per chi era debole in matematica tra multipli e sottomultipli, diciamo che, secondo Berlusconi, abbiamo più risparmi che debiti. Chi si e chi no, e ognuno sta ora facendosi i conti in tasca.

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Repubblica secca e decisa
ci dice “Dal G20 ultimatum all’Italia”. Titolo forte e senza equivoci, ribadito nella seconda riga: “L’Fmi impone verifica su tempi riforme”. Eccolo il Fondo monetario internazionale che rispunta. Quei cattivoni non si fidano delle nostre promesse e vogliono vedere i fatti. Capito tutto? Manco per ridere. Segue “Roma nega: è solo una raccomandazione”. Ultimatum o raccomandazione? Con un bricciolo di pazienza si può intuire subito dopo come siano andate veramente le cose. “Berlusconi avrebbe voluto rifiutare gli ispettori del Fondo. Ma alla fine il governo italiano avrebbe sostanzialmente ceduto”. Alla fin fine, potremmo concludere che dal Fondo monetario ci è giunta una “robusta raccomandazione” che sarà garantita non dai buoni propositi del nostro Premier ma dai severi numeri che gli ispettori (come quelli di una volta a scuola) andranno a compilare sulla base dei fatti, dei decreti, degli intervento di riforma che diventeranno operativi in Italia.


Il Fatto quotidiano,
ancora più aggressivo in titoli e contenuti, spara secco: “L’Italia verso il commissariamento”. Salvo consolarci alla seconda riga. “Fmi: pronta linea di credito per Roma”. Ovviamente l’orgoglio nazionale riemerge: “B. respinge la proposta del fondo. Il governo ritiene adeguati i provvedimenti del maxiemendamento”. E allora, com’è andata a finire? Non è chiaro e quindi nulla è certo. Leggiamo ancora. “Il G20 di Cannes rilancia un forte pressing dell’asse franco-tedesco sull’Italia affinché Berlusconi accetti la sorveglianza dell’Europa e, eventualmente, del Fondo Monetario Internazionale sull’effettiva attuazione delle misure promesse da Roma a Bruxelles. Ma il governo italiano non intende farsi”‘commissariare” ritenendo che i provvedimenti in via di approvazione sono sufficienti a superare la crisi. Questa la ragione dello stallo nella trattativa sul rafforzamento del monitoraggio degli ispettori di Washington sui paesi, specie dell’area euro, a rischio”.

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La sabauda Stampa racconta con consueta prudenza.
“L’Italia frena: “Nessun accordo”, Borse su, l’Europa apre positiva”. Siamo già alla cronaca della giornata in corso. “Dal G20 pressing su Roma: supervisione sulle riforme. Ma il governo smentisce: è solo una raccomandazione”. Anche a Torino il giallo continua. Sempre La Stampa ci spiega che anche la Grecia è costretta a fare retromarcia. “Niente referendum”, “Atene sull’orlo del default, stasera il voto di fiducia sul salvataggio. Papandreu prontoba dimettersi. Si va verso un esecutivo d’emergenza guidato dall’economista Papadimos”. Papandreu dunque decide di lasciare per la salvezza del suo Paese. E nella nostra povera Italia? Qui fa vicenda si fa particolarmente complicata. “Fiducia sulle norme anti-crisi Ma Berlusconi perde altri pezzi”. Segue la cronaca sovente esilarante di riunioni clandestine di cospiratori interni al Pdl che vorrebbero un Berlusconi-Papandreu. “Due deputati del Pdl passano con Casini, altri sono dati in uscita. Alla Camera premier in bilico. Napolitano: valuteremo in Parlamento”.

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