Morta Licia Pinelli vedova di Pino: la 'diciottesima vittima' di piazza Fontana
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Morta Licia Pinelli vedova di Pino: la 'diciottesima vittima' di piazza Fontana

È scomparsa a 96 anni Licia Rognini Pinelli, vedova del ferroviere anarchico Pino Pinelli, morto a 41 anni nel dicembre 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano

Morta Licia Pinelli vedova di Pino: la 'diciottesima vittima' di piazza Fontana
Licia Pinelli
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11 Novembre 2024 - 17.45


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È scomparsa a 96 anni Licia Rognini Pinelli, vedova del ferroviere anarchico Pino Pinelli, morto a 41 anni nel dicembre 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era stato fermato in seguito all’esplosione della bomba nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana.

Giuseppe Pinelli era del tutto estraneo alla strage (che poi emerse era di matrice fascista) ma in seguito ai depistaggi la colpa venne attribuita agli anarchici e Pinelli fu portato in questura per un interrogatorio e ne uscì morto. Infatti cadde da una finestra: le indagini non hanno mai fatto luce sui perché e non ci sono mai stati colpevoli anche se molti hanno pensato che l’anarchico possa essere stato spinto. Alcuni accusarono il commissario Luigi Calabresi che anni dopo fu assassinato proprio si credeva fosse il responsabile.

Ad ogni modo, proprio per questa vicenda Giuseppe Pinelli è stato considerato la vittima numero 18 della strage fascista. 17 nell’esplosione della bomba più lui vittima innocente.

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“Una vita spesa con dignità, coerenza e coraggio in difesa del nome di Pino… Cara Licia, quanto ti abbiamo voluto bene”, la ricorda il circolo Anpi Barona di Milano in un post su Facebook, abbracciando le figlie Silvia e Claudia Pinelli e tutti i suoi cari.

Licia Pinelli, nata il 5 gennaio 1928 a Senigallia (Ancona), raccontava: “Sono cresciuta in una casa di cento famiglie, in viale Monza a Milano, dove c’era di tutto e potevamo essere tutto. Ho fatto una scelta. Sarà anche banale, ma è una scelta di vita che riguarda il modo di essere, il matrimonio, il lavoro, la verità, la politica anche”.

Da quasi 60 anni alla ricerca della verità sulla morte del marito, Licia Pinelli era stata insignita nel 2015 del titolo di commendatore al Merito della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano, che nel 2009, in occasione della Giornata della memoria delle vittime del terrorismo, l’aveva invitata al Quirinale insieme a Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi.

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La stretta di mano tra le due donne fu ripetuta dieci anni dopo nella sede del Comune di Milano, davanti al presidente Sergio Mattarella, in occasione del 50° anniversario della strage.

Dopo oltre dieci anni di silenzio, Licia raccontò la sua storia nel libro “Una storia quasi soltanto mia”, scritto con Piero Scaramucci, storico fondatore di Radio Popolare. Lei e Giuseppe “Pino” Pinelli si erano sposati nel 1955, dopo essersi conosciuti tre anni prima a un corso di esperanto a Milano. Nel 1960 e nel 1961 nacquero le due figlie, Silvia e Claudia, che negli anni hanno sempre affiancato la madre nelle battaglie per la verità sulla morte del padre, ingiustamente accusato per la strage di piazza Fontana.

Dopo la tragica scomparsa del marito, nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, Licia Pinelli ha intrapreso una lunga battaglia giudiziaria per arrivare alla verità sulla morte della “18esima vittima innocente” di piazza Fontana, come recita la targa posata dal Comune di Milano nel 50° anniversario della strage.

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“È con estrema tristezza che l’Anpi Provinciale di Milano apprende della scomparsa di Licia Rognini Pinelli”, scrive in una nota il presidente Primo Minelli, stringendosi “alla famiglia in questo triste momento” e mandando “un forte abbraccio” alle figlie Silvia e Claudia. “Quest’anno, in occasione della manifestazione del 12 dicembre a ricordo della strage di piazza Fontana e della morte del Partigiano Pino, avevamo deciso di consegnare a Licia la tessera ad Honorem dell’Anpi. Purtroppo, la sua scomparsa impedirà questo nostro intento”.

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