'Ndrangheta, il gip di Roma: "Patti mafiosi per infiltrarsi nell'economia della città"
Top

'Ndrangheta, il gip di Roma: "Patti mafiosi per infiltrarsi nell'economia della città"

E' quanto scrive il gip di Roma Gaspare Sturzo nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato a 26 arresti dopo l'inchiesta della Dda di Roma. Gli arresti di questa mattina seguono quelli già eseguiti nel maggio scorso.

'Ndrangheta, il gip di Roma: "Patti mafiosi per infiltrarsi nell'economia della città"
Agenti della Dia
Preroll

globalist Modifica articolo

9 Novembre 2022 - 14.28


ATF

«Patti mafiosi volti a garantire gli accordi imprenditoriali per infiltrare l’economia romana mediante iniziative imprenditoriali dirette e controllate da Alvaro quale `mente commerciale´ della Locale». E’ quanto scrive il gip di Roma Gaspare Sturzo nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato a 26 arresti dopo l’inchiesta della Dda di Roma. Gli arresti di questa mattina seguono quelli già eseguiti nel maggio scorso con la maxi inchiesta ‘Propaggine’, che aveva colpito la prima ‘locale’ di ‘ndrangheta nella Capitale. Un’organizzazione con a capo Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, appartenenti a storiche famiglie di ‘ndrangheta originarie di Cosoleto, centro in provincia di Reggio Calabria.

Per tutti gli arrestati «sussistono i gravi indizi cautelari, dal punto di vista soggettivo ed oggettivo come indicati dall’accusa». E’ evidente, inoltre, come «sussista anche l’aggravante dell’agevolazione mafiosa contestata quanto al voler favorire l’associarsi di soggetti pluripregiudicati o già collegati con esponenti mafiosi calabresi della ‘ndrangheta con Vincenzo Alvaro, capo del Locale di ‘ndrangheta capitolino anche nella costola alvariana, senza mai far figurare la presenza formale dello stesso, o quella degli stessi soci consapevoli della necessità di impiegare prestanome», scrive ancora il gip.

Leggi anche:  A Roma aumenta il biglietto di metro e bus: rincari anche sui ticket giornalieri e settimanali, ecco le nuove tariffe

«L’analisi sopra compiuta consente di dire come gli intestatari formali per ragioni di parentela o di provata vicinanza storica, fossero anche a conoscenza delle persone di cui erano prestanome e teste di legno nella gestione societaria e delle ragioni per cui erano stati utilizzate come mezzi di occultamento necessari», conclude il gip.

Native

Articoli correlati