Uccise la moglie e tentò di togliersi la vita: riconosciute le attenuanti, lei voleva morire
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Uccise la moglie e tentò di togliersi la vita: riconosciute le attenuanti, lei voleva morire

L'uomo, dopo averle sparato con il suo fucile da caccia rivolse l'arma verso se stesso e fece di nuovo fuoco. Prima di perdere conoscenza implorò il maresciallo dei carabinieri chiamato dai vicini allarmati dai colpi: "Sparami, ti prego", gli disse.

Uccise la moglie e tentò di togliersi la vita: riconosciute le attenuanti, lei voleva morire
Maria Rosa Elmi e Mauro Bergonzoni
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13 Ottobre 2022 - 14.10


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Un uomo di 77 anni ha ucciso la moglie di 73, prima di provare a togliersi la vita senza riuscirci. Il fatto è accaduto il 21 agosto del 2021 e oggi la Corte d’Assise di Bologna ha riconosciuto a Mauro Bergonzoni le attenuanti del caso. La moglie, Maria Rosa Elmi, avrebbe infatti manifestato lei stessa la volontà di morire.

Il fatto è accaduto a Castello di Serravalle, nel Bolognese, dove i carabinieri li ritrovarono nella loro auto, ancora abbracciati, lei accasciata sulle gambe di lui: Maria Rosa Elmi, 73 anni, fu trovata morta, e il marito Mauro Bergonzoni, 77, ancora vivo.

L’uomo, dopo averle sparato con il suo fucile da caccia rivolse l’arma verso se stesso e fece di nuovo fuoco. Prima di perdere conoscenza implorò il maresciallo dei carabinieri chiamato dai vicini allarmati dai colpi: “Sparami, ti prego”, gli disse.

Quella mattina erano passati a casa dalla figlia e le avevano lasciato un biglietto dicendo di volerla far finita. Ieri, come riporta la stampa locale, si è concluso il processo di primo grado, davanti alla Corte d’Assise di Bologna, che ha condannato Mauro Bergonzoni a 8 anni con la concessione delle attenuanti generiche, ma ha accolto la richiesta del pm Marco Forte di derubricare il reato da omicidio volontario a omicidio del consenziente (5 anni la pena chiesta dalla Procura). Questo perché Maria Rosa da tempo implorava suo marito di ucciderla. Da anni non era la stessa, colpita da una grave forma depressiva che nel 2019 l’aveva portata a tentare il suicidio.

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L’istruttoria ha fatto emergere la sofferenza, ma anche l’amore e il dolore per una situazione che non sapevano più come affrontare. La Corte presieduta dal giudice Pier Luigi Di Bari, quindi, dopo una breve camera di consiglio ha ritenuto corretta l’interpretazione di pm e avvocati di difesa accogliendo la modifica dell’imputazione. Il pensionato ieri non era in aula, ma c’era la figlia della coppia, che non si è mai costituita parte civile. 

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