Ha confessato l’omicidio di Carol Maltesi il 43enne Davide Fontana, dopo oltre 4 ore di interrogatorio. L’uomo ha raccontato di aver ucciso la 26enne, nota nel mondo dell’hard con il nome di Charlotte Angie, al culmine “di un gioco erotico” con un martello e di aver fatto a pezzi il suo cadavere, prima di chiuderlo in un freezer.
Fontana ha spiegato agli inquirenti di aver ucciso Carol Maltesi, di averne smembrato il corpo “in tre giorni“, di aver prima tentato di darle fuoco e infine di aver abbandonato i resti tra le montagne di Borno (Brescia) durante una vacanza in un hotel di Boario Terme. “Vi ho raccontato tutto questo perché volevo togliermi questo peso e dire la verità”, ha detto. L’uomo è stato fermato per omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.
Come se nulla fosse, inoltre, per più di due mesi, il 43enne aveva risposto ai messaggi che arrivavano sul cellulare di Carol “nel tentativo di far credere loro che fosse viva”, ha spiegato. Agli altri attori e agli amici che la cercavano aveva raccontato che “voleva cambiare vita, lasciare il mondo del porno“. Bugie ripetute fino al 26 marzo quando, dopo la scoperta del corpo, il giornalista Andrea Tortelli scrisse alla giovane chiedendo per conferma di ascoltare la viva voce di Carol: “È stato l’unico a chiedere un vocale in questi due mesi – ha spiegato Fontana -. Mi sono spaventato e non gli ho più risposto”.
Fontana ha quindi raccontato di come ha smembrato il corpo dopo aver acquistato “un’accetta e un seghetto da metallo” in un’operazione durata tre giorni e di come ha tentato di ripulire l’appartamento. A quel punto ha messo i resti della ragazza in un freezer a pozzetto acquistato “su Internet” e poi ha tentato di bruciarli con l’alcol nel barbecue di un bed and breakfast di una frazione di Cittiglio (Varese), senza riuscirci.
Così ha deciso di dirigersi verso le montagne di Borno (Brescia) dove trascorreva le vacanze da bambino con la famiglia. Dopo il ritrovamento dei sacchi con il corpo, i carabinieri hanno impiegato pochi giorni per riavvolgere il nastro. L’ultimo tentativo, quello di tagliare la pelle in corrispondenza dei tatuaggi, si è rivelato fallimentare. Al termine della confessione, Fontana è stato quindi condotto in carcere.