Corruzione, arrestata sindaca di Sabaudia per turbativa d'asta: nel mirino anche la Coppa del Mondo di canottaggio
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Corruzione, arrestata sindaca di Sabaudia per turbativa d'asta: nel mirino anche la Coppa del Mondo di canottaggio

Sedici le misure cautelari. Il primo cittadino della città è accusato di 11 turbative d'asta e una corruzione in relazione ad alcuni appalti per il mondiale di canottaggio

Corruzione, arrestata sindaca di Sabaudia per turbativa d'asta: nel mirino anche la Coppa del Mondo di canottaggio
Giada Gervasi, sindaca di Sabaudia
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21 Febbraio 2022 - 12.04


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I carabinieri del Comando provinciale di Latina hanno eseguito 16 misure cautelari: le accuse a vario titolo sono di corruzione, concussione e turbativa d’asta. Tra gli arrestati anche la sindaca di Sabaudia, Giada Gervasi, accusata di 11 turbative d’asta e una corruzione in relazione ad alcuni appalti per il mondiale di canottaggio che si è tenuto nella città.

Oltre alla sindaca Gervasi, finita agli arresti domiciliari, tra i coinvolti risulta anche l’ex direttore del parco nazionale del Circeo. Sono in totale 20 gli indagati nell’inchiesta della procura di Latina che coinvolge anche altri amministratori, funzionari pubblici e imprenditori. In corso perquisizioni e sequestri da parte dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Latina.

Le accuse vanno dal peculato alla corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico.

L’inchiesta, iniziata a novembre 2019 dopo un incendio alla centrale termica dell’Ente Parco nazionale del Circeo e alle minacce dirette al comandante della stazione dei Carabinieri Forestali del Parco di Sabaudia, ha permesso di individuare rilevanti irregolarità nell’ambito del controllo delle assegnazioni e delle concessioni demaniali rilasciate dal Comune di Sabaudia per lo svolgimento delle attività balneari.

Secondo quanto riferisce una nota della procura di Latina, dalle indagini sarebbe emerso che tutte le 45 attività balneari presenti sul lungomare di Sabaudia risulterebbero avere goduto, nel tempo, di favoritismi e privilegi all’interno del Comune.

Le attività di indagine hanno inoltre permesso di appurare come proprio alcuni dipendenti pubblici sarebbero, in concreto, i titolari di alcuni stabilimenti e chioschi oggetto di favoritismi.

L’inchiesta ha portato 12 degli indagati ai domiciliari mentre per quattro è stata applicata la misura cautelare del divieto o dell’obbligo di dimora, unitamente alla misura dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici, dai servizi e con il divieto di esercitare la professione per dodici mesi.

Gli accertamenti della procura hanno portato a contestare il reato di turbativa d’asta all’ex direttore del Parco Nazionale del Circeo. Nell’ambito di questo filone, che chiama in causa anche alcuni esponenti dei carabinieri forestali della locale stazione, l’ex direttore del Parco del Circeo sarebbe accusato di avere affidato ad alcuni imprenditori ritenuti a lui vicini, la realizzazione di progetti sul cambiamento climatico, prima ancora che la relativa determina fosse discussa e approvata.

Nel mirino la Coppa del Mondo di canottaggio
I Carabinieri hanno accertato e ricostruito undici episodi di turbativa d’asta, la formazione di atti falsi e condotte corruttive che, secondo una nota, “sarebbero state poste in essere dal sindaco di Sabaudia e da amministratori comunali, in concorso con imprenditori e funzionari comunali”.

Nel mirino degli inquirenti la Coppa del Mondo di canottaggio che si sarebbe dovuta svolgere a Sabaudia nel 2020, per la quale sarebbero state favorite ditte compiacenti all’amministrazione comunale per la realizzazione del campo di gara e per l’affidamento del servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica per un giro di affari di circa 1 milione di euro.

Gli inquirenti hanno accertato anche alcuni trattamenti di favore da parte del Comune dei confronti di alcuni stabilimenti e chioschi del litorale, che avrebbero comportato la sospensione del procedimento di revoca delle concessioni demaniali risultate irregolari a seguito di una verifica.

I militari forestali di Sabaudia chiamati in causa dalla procura di Latina sono accusati di falsa attestazione della necessità, per presunti motivi di incolumità e sicurezza pubblica, di interventi per il taglio degli alberi, al fine di favorire ditte compiacenti alle quali le opere venivano affidate.

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