Pestarono i detenuti rivoltosi a Santa Maria Capua Vetere: misure cautelari per gli agenti della penitenziaria
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Pestarono i detenuti rivoltosi a Santa Maria Capua Vetere: misure cautelari per gli agenti della penitenziaria

L'indagine è quella relativa ai pestaggi accaduti dopo le proteste violente dei detenuti per la cessazione dei colloqui con i parenti a causa della pandemia.

Pestaggi in carcere
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28 Giugno 2021 - 09.26


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Tutto era nato durante la prima ondata della pandemia: lo stop ai colloqui con i parenti a causa del Covid aveva fatto scatenare le proteste.

Proteste che furono sedate con la violenza.

I carabinieri di Caserta stanno eseguendo misure cautelari nei confronti di appartenenti al corpo di Polizia Penitenziaria.

L’indagine è quella relativa ai pestaggi accaduti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020.

Il 10 giugno dello scorso anno furono notificati 44 avvisi di garanzia ad altrettanti indagati, tra cui il comandante della polizia penitenziaria dell’istituto di pena con ipotesi di reato per tortura, violenza privata e abuso di autorità.

Le indagini partirono da articoli di stampa nati da racconti e foto dei detenuti picchiati raccolti tra i loro parenti dall’associazione Antigone e dal garante dei detenuti della Campania.

Agli agenti indagati furono sequestrati anche i telefoni cellulari. La protesta tra i detenuti montò dopo che il 5 aprile divenne noto che uno di loro, addetto alla distribuzione della spesa del reparto Nilo, si era ammalato di Covid.

Leggi anche:  Epidemia di scabbia nel carcere di Bolzano: "Sovraffollamento e scarsa igiene, il governo se ne frega"

Una notizia che, alimentata dal malumore per l’interruzione dei colloqui, generò la reazione di almeno 150 detenuti che si barricarono in cella e poi diedero vita a violenze nelle quali furono feriti due agenti. Alla notifica degli avvisi di garanzia agli agenti seguì un’altra rivolta di una cinquantina di detenuti del padiglione Danubio il 13 giugno, con l’aggressione di altri agenti.

L’11 giugno, inoltre, il leader della Lega, Matteo Salvini, era andato a portare la sua solidarietà agli agenti indagati nel carcere.

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