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Patrizio Bianchi sulla scuola: "Tra 10 anni avremo 1,4 milioni di studenti in meno"

Il ministro dell'Istruzione: "Abbiamo bisogno di professori per creare classi più piccole e aumentare il tempo a scuola"

Covid e scuola
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4 Maggio 2021 - 09.31


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Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in audizione in commissioni cultura congiunte ha parlato della situazione scolastica.

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“Il Mef ci ha riconosciuto gli organici del passato e ha dato qualcosa in più. Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400 mila ragazzi in meno, avremmo quindi dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo bisogno di prof per avere classi più piccole e aumentare il tempo a scuola. Dobbiamo uscire dalla meccanica lineare tot docenti-tot studenti. Abbiamo bisogno anche di più dirigenti. I dirigenti hanno una funzione fondamentale, non abbiamo dato il giusto peso alla gravosità degli impegni che hanno avuto, va e andrà riconosciuto di più nel confronto contrattuale”.

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“Il ministero così come è oggi, non è più in grado di organizzare la specificità e la complessità dei compiti. Stiamo ampliando l’età dell’educazione dai 0 anni fino alla formazione continua: serve un dipartimento che si occupi di formazione tecnica superiore, dobbiamo mettere mano all’organizzazione del ministero e degli organi decentrati”, ha continuato illustrando le linee programmatiche del ministero.

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“Poi vanno rafforzate le strutture del sistema scolastico: il Piano di ripresa e resilienza ci aiuta moltissimo basta pensare agli investimenti per la fascia dei più piccoli”, ha aggiunto Bianchi.

“La pandemia come choc esterno ha esasperato le diversità e messo a nudo delle situazioni non più sostenibili come il diritto allo studio: abbiamo un indice insostenibile di dispersione scolastica. C’è una dispersione esplicita, di chi non riesce a raggiungere titolo di studio, e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate. Dobbiamo iniziare fin dall’estate a fare un ponte verso l’anno prossimo usando fondi già in carico al ministero, 150 milioni”, ha continuato Bianchi.

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“Altri 320 milioni li metteremo a disposizione per una struttura di supporto che dall’estate si proietti all’anno prossimo: inizieremo ad avere una scuola più aperta e interattiva col territorio, come parte di una nuova fase di scuola. Altri 40 milioni li dedichiamo alla povertà educativa con progetti che si rivolgono alle aree periferiche e marginali: è una azione che va vista nella logica di un riequilibrio”, ha aggiunto il ministro.

“Abbiamo il tema del transitorio. Come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità: su quasi 500mila posti comuni, abbiamo oltre 200mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse. La cosa sbagliata è trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse. Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all’interno di una visione stabile per far partire la macchina di un’assunzione regolare e continua”, ha sottolineato il ministro.

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