Tornare sui banchi dopo Pasqua? Cosa ne pensano genitori e inseganti?
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Tornare sui banchi dopo Pasqua? Cosa ne pensano genitori e inseganti?

Probabilmente, oltre al timore del contagio, c'è la questione vaccini.

Scuola e coronavirus
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25 Marzo 2021 - 14.09


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Draghi vorrebbe riaprire le scuole dopo Pasqua. Lo ha detto ieri in Senato. 
Abbiamo visto, negli ultimi mesi, susseguirsi gli appelli e le proteste da parte del mondo della scuola perché gli istituti accolgano di nuovo gli alunni. Ma una più silenziosa, non piccola, fetta di insegnanti e genitori è ancora titubante sulla questione. Anzi, preferirebbe continuare a fare i conti con la Dad piuttosto che esporsi al pericolo contagio. A dirlo, un sondaggio di ‘Tecnica della Scuola’ su 10.094 lettori: così come riporta il sito Skuola.net, infatti, il 49,3% del campione si è infatti schierato contro il ritorno in classe in tutti i gradi scolastici. C’è comunque un 33% che si è detto favorevole al riavvio in presenza di tutti gli studenti e un 17% che lo considera attuabile solo per infanzia e primaria.

Genitori e docenti contrari al ritorno a scuola: c’è paura del contagio

Più della metà dei partecipanti al sondaggio è composto da genitori, considerando anche che una parte ricopre anche il doppio ruolo padre-madre assieme a quello di insegnante; visto che i docenti hanno rappresentato circa il 45% dei rispondenti, una quota distribuita equamente su tutto lo stivale. Ma quali sono i motivi dell’incertezza dimostrata su questo argomento? Probabilmente, oltre al timore del contagio, c’è la questione vaccini. Perché, secondo il sondaggio, quasi il 60% del campione complessivo ha dichiarato di essere ancora in attesa di fare la prima dose del vaccino AstraZeneca. Il 10%, invece, non ha intenzione di vaccinarsi, contro un 30% di utenti che hanno già prestato il braccio al vaccino AstraZeneca. Secondo quanto afferma ‘Tecnica della Scuola’, per quanto riguarda i soli insegnanti la quota di chi è ancora in attesa del vaccino scende a circa il 40%. Ma evidentemente non è ancora abbastanza per rasserenare chi lavora in prima linea nel mondo della scuola.

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