I furbetti del vaccino: a Milano individuate 220 persone in lista senza averne diritto
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I furbetti del vaccino: a Milano individuate 220 persone in lista senza averne diritto

Le prenotazioni non autorizzate erano state effettuate tramite il link per i medici. Scoperte grazie a controlli interni, sono state cancellate

Vaccino Milano
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10 Marzo 2021 - 10.24


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In un paese in cui ognuno cerca di scavalcare l’altro, per una volta si è riusciti a sventare un’ingiustizia, ma resta l’amarezza per l’egoismo dimostrato.

Duecentoventi persone hanno infatti tentato di farsi vaccinare contro il Covid-19 senza averne diritto, ma sono state individuate.

Lo rende noto la direzione aziendale dell’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, dopo che Radio Popolare ha svelato che in diversi si sono appropriati del link interno riservato al personale medico inserito negli elenchi degli aventi diritto forniti da Ats Città Metropolitana di Milano.

“Il sistema di prenotazioni interne all’azienda – si legge in una nota – grazie ad attente verifiche e controlli effettuati quotidianamente prima dell’accesso al Centro Vaccinale collocato presso il Centro Ospedaliero Militare prevede l’identificazione del soggetto avente diritto: il giorno antecedente l’appuntamento si effettuano controlli incrociati con l’elenco degli aventi diritto e, successivamente in loco, si prosegue con l’identificazione dell’individuo, la compilazione di autocertificazione del diritto alla somministrazione del vaccino e colloquio informativo con il medico”.

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Grazie ai controlli interni, precisa l’azienda sanitaria, “sono stati individuati, identificati ed eliminati dagli appuntamenti fissati n. 220 persone non aventi diritto (pari allo 0,4%, degli oltre 18mila vaccinati) che, consapevoli di non essere autorizzati, hanno tentato senza successo di ovviare le regole”.

“Resta l’amarezza che, nonostante gli sforzi per garantire un adeguato accesso alle vaccinazioni, la sensibilizzazione personale e collettiva al rispetto delle regole finalizzate alla tutela delle categorie professionali più esposte e dei più fragili non bastano poiché – conclude la direzione aziendale – si scontrano con lo scarso senso civico di pochi soggetti a discapito dei cittadini che ne hanno maggiormente diritto”.

 

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