Il vittimismo di Briatore: "Contro di me tanto odio sociale e falsità"
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Il vittimismo di Briatore: "Contro di me tanto odio sociale e falsità"

Riguardo agli attacchi al Billionaire: "Resto convinto che, se anziché Billionaire, si fosse chiamato Discoteca Bingo Bongo e fosse stato un locale qualsiasi, nessuno se ne sarebbe occupato"

Briatore
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23 Dicembre 2020 - 09.09


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Non era di Flavio Briatore la macchina che era stata parcheggiata nel cuore di Milano, in modo tale da bloccare il traffico il Corriere della Sera, sbagliando, ha continuato a dire che fosse proprio del patron del Billionaire, nonostante la sua smentita, e solo quando il vero responsabile – Luigi Proietti, molto simile a Briatore – si è palesato ha infine dovuto ammettere di aver preso un granchio. Ma per Briatore il tempo era scaduto e ha deciso di fare causa: “A parte il pentimento tardivo pubblicato nel pezzo, non mi sono arrivate le scuse personali né del giornalista né del direttore né dell’editore. Pertanto farò causa”. 
Briatore nella vicenda ci vede un’azione contro di lui, che partirebbe dall’odio che si è riversato su di lui quest’estate: “Sul Billionaire sono state dette tante falsità – sottolinea – Si parlava di 60 dipendenti positivi, quando invece erano 28, peraltro tutti supportati adeguatamente, curati e guariti. E poi, se davvero quello era il grande focolaio, com’è che il Billionaire è chiuso da più di quattro mesi ma oggi i contagi in Italia non smettono di crescere? Resto convinto che, se anziché Billionaire, si fosse chiamato Discoteca Bingo Bongo e fosse stato un locale qualsiasi, nessuno se ne sarebbe occupato. Invece così tanti si sono riempiti la bocca”.

Si è spiegato il perché di questi attacchi? “Mi sono convinto – risponde Briatore – che il Covid abbia creato un odio bestiale, esasperando la rabbia sociale nel nostro Paese. Come diceva Montanelli, prima, se vedevano una macchina di lusso al semaforo, gli italiani sognavano di fare soldi e potersela comprare. Oggi sognano di rigartela. E poi questa mia vicenda è pò una fotografia di quello che sta succedendo all’Italia: un Paese che in passato ha partorito idee, artisti, imprenditori, talenti e oggi si è rintanato nei propri pregiudizi e nella propria ideologia, a prescindere dai fatti. Spesso la stampa e i media contribuiscono a questo andazzo”.

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