A Firenze multe per chi vende gadget fascisti. E Fratelli d'Italia si schiera con i nostalgici della dittatura
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A Firenze multe per chi vende gadget fascisti. E Fratelli d'Italia si schiera con i nostalgici della dittatura

Il comune ha nnalzato da 25 a 400 euro le sanzioni per chi fa esposizione o vendita di gadget, souvenir abbigliamento o simili che inneggino o richiamino all'ideologia fascista o nazista.

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22 Luglio 2020 - 15.45


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Non al fascismo che è vietato per legge: il Comune di Firenze ha innalzato da 25 a 400 euro le sanzioni per chi fa esposizione o vendita di gadget, souvenir abbigliamento o simili che inneggino o richiamino all’ideologia fascista o nazista.

Lo ha stabilito la delibera della giunta comunale approvata su proposta dell’assessore al commercio e alle attività produttive Federico Gianassi.
La delibera contiene le modifiche alla sanzioni per chi non rispetta il Regolamento ”Misure per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico” dell’area Unesco.
“Non bisogna abbassare la guardia contro l’apologia del fascismo – ha detto l’assessore Gianassi -. Ieri hanno attaccato il murale dedicato al partigiano Silvano Sarti, noi rispondiamo intanto alzando le sanzioni per chi vende prodotti che richiamano a fascismo e nazismo. Nessuno spazio all’intolleranza per rispetto di Firenze, della Toscana e per la nostra storia di bellezza e libertà”.

Ma visto che in questo paese pieno di ipocriti tutti dicono che il fascismo e il fascisti non esistono più mentre è vero il contrario, a difesa del ricordo del dittatore criminale è insorta la destra.

”L’assessore Gianassi è stato molto impegnato negli ultimi mesi, caratterizzati dall’emergenza sanitaria e dalla conseguente crisi economica, che non ha avuto un attimo di respirare. Tuttavia, avvicinandosi la campagna elettorale ha dovuto andare a ricercare il collante che può rimettere insieme le varie sfaccettature della sinistra: l’antifascismo; a questo richiamo nessuno si può sottrarre, anche perché – ha sottolineato il capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi – rimane uno dei pochi sostegni al dilagante calo di consenso popolare.
“Mi piacerebbe accompagnare l’assessore a fare una passeggiata nel centro Unesco a caccia di questi pericolosi gadget o souvenir richiamanti l’ideologia fascista (vecchia o neo) lanciandogli una sfida avvincente – ha aggiunto Draghi – e vediamo cosa si trova prima: un calendario di Benito Mussolini o un abusivo con le stampe o chincaglierie varie per terra!”.

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E quindi? Se non ci sono caldendari del Duce di che si preoccupa? Essendo il fascismo e la sua apologia vietati perché i camerati di Giorgia Meloni tutte le volte prendono posizione in favore dei nostalgici di una sanguinaria dittatura?
La replica del Pd
Dalla maggioranza di Palazzo Vecchio replica Nicola Armentano, capogruppo Pd. “L’amministrazione è impegnata da tempo a fronteggiare l’abusivismo. Un fenomeno che conosciamo e che sappiamo bene rischia di mettere in difficoltà tante attività, è proprio per questo che siamo in prima linea per contrastarlo, da tempo sono in campo diverse azioni, controlli e sanzioni”.
“Sono attacchi gratuiti e demagogici quelli che arrivano da Cellai che si aggiungono a quelli di Draghi – dichiara Armentano – Entrambi puntano il dito sull’inasprimento delle sanzioni per la vendita di oggetti inneggianti a fascismo e nazismo contenuta in una delibera dell’assessore Gianassi e mal celano una poco comprensibile irritazione per quest’iniziativa, per noi importante e necessaria. Forse a loro avviso è sbagliata o non condivisibile, ma si ricordino bene che l’apologia del fascismo è vietata dalla nostra Costituzione. Ogni giorno dobbiamo continuare a lavorare perché i valori dell’antifascismo e della tolleranza continuino a essere radicati nella nostra società, sono i valori fondanti della democrazia e ogni azione che punta a preservarli e difenderli per noi è sacrosanta”.

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