L'accusa di Amnesty: "Durante il lockdown controlli discriminatori contro le minoranze etniche"
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L'accusa di Amnesty: "Durante il lockdown controlli discriminatori contro le minoranze etniche"

La Ong in "Sorvegliare la pandemia'' ha preso in esame 12 paesi europei. Sotto accusa soprattutto Francia e Regno Unito

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24 Giugno 2020 - 18.49


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Accuse che stanno facendo discutere: “L’applicazione delle misure di lockdown da parte della polizia ha avuto un impatto eccessivo sulle aree più povere, che spesso presentano una maggioranza di residenti provenienti da gruppi di minoranze etniche. Nella Senna-Saint-Denis, l’area più povera della Francia continentale dove la maggior parte degli abitanti sono neri o di origine nordafricana, il numero di sanzioni per violazione del lockdown è stato tre volte maggiore rispetto al resto del paese, nonostante le autorità affermino che il rispetto delle misure di lockdown fosse simile alle altre aree”.
È quanto dichiara Amnesty International con il nuovo rapporto ”Sorvegliare la pandemia”, che ha preso in esame 12 paesi europei, denunciando “controlli discriminatori sulle minoranze etniche”.
“A Nizza, un quartiere prevalentemente popolare in cui molti abitanti appartengono a minoranze etniche è stato soggetto a improvvise misure di coprifuoco più lunghe rispetto al resto della città – aggiunge Amnesty International – L’uso illegittimo della forza da parte della polizia spesso è avvenuto durante operazioni per fermi e perquisizioni e controlli d’identità in occasione dell’attuazione, ad opera della polizia, delle misure di lockdown”.
“Nel Regno Unito, uno dei pochi paesi europei che raccoglie dati disaggregati per etnia sull’applicazione della legge, la polizia di Londra ha registrato un aumento del 22 per cento nei fermi e nelle perquisizioni tra marzo e aprile 2020. Durante quel periodo, la percentuale di persone nere che è stata perquisita è aumentata di quasi un terzo – continua – L’Evidence Lab di Amnesty International ha verificato 34 video provenienti dall’Europa nei quali si vede la polizia fare uso della forza in maniera illegittima e in molte situazioni senza che fosse affatto necessario”.
“In un video pubblicato online il 29 marzo, due agenti della polizia hanno fermato un giovane, secondo quanto riportato di origini nordafricane, per le strade di Bilbao, in Spagna. Nonostante sembrasse non costituire alcuna minaccia per loro, la polizia lo ha violentemente spintonato e colpito con un manganello – osserva Amnesty International – Mentre due degli agenti tenevano l’uomo bloccato contro il muro con le mani dietro la schiena, compare la madre dell’uomo che riferisce agli agenti dei problemi psichici del figlio. L’agente della polizia allora la colpisce con il manganello prima che tre agenti la placchino a terra”.
Secondo le indagini di Amnesty International, “gli agenti di polizia non hanno fatto uso della forza minima necessaria, al punto che è in dubbio se fosse proprio necessario utilizzare la forza. Alcuni dei vicini che stavano filmando sono stati sanzionati per ‘uso non autorizzato’ di immagini degli agenti di polizia”.
“In un altro video si vede Samir, ventisettenne egiziano che vive in Francia da 10 anni, inseguito dalla polizia prima di saltare nella Senna a Île-Saint-Denis il 26 aprile 2020 – continua Amnesty International – Si sentono gli agenti utilizzare un termine dispregiativo per gli arabi (”bicot”), deriderlo e un agente che dice ‘bisognava mettergli un peso alla caviglia’. Dopo, è stato picchiato dalla polizia nel loro furgone e trattenuto in stato di arresto. Sebbene Samir non sia stato mai accusato di alcun reato, gli è stato ordinato di lasciare il paese. I due agenti identificati sono stati sospesi per insulti a sfondo razzista”.

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