Trentatré curdi sbarcano a Lecce: stremati e costretti a nuotare nelle acque gelide
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Trentatré curdi sbarcano a Lecce: stremati e costretti a nuotare nelle acque gelide

i migranti provenivano da Iraq e Iran, sono arrivati a San Cataldo su un gommone ma sono stati costretti a gettarsi in mare per arrivare a riva. Soccorsi in stato di ipotermia

I migranti curdi soccorsi a San Cataldo, vicino Lecce
I migranti curdi soccorsi a San Cataldo, vicino Lecce
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5 Gennaio 2020 - 15.44


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Fuggono da sone nelle quali vivere non è semplice: nuovo sbarco di migranti questa notte sulle coste salentine. Sul posto è intervenuta la Croce Rossa italiana sezione di Lecce, attivata dalla Prefettura.

Subito dopo lo sbarco, avvenuto a San Cataldo, sulla costa adriatica, sono stati segnalati e rintracciati a terra 33 profughi curdo-iracheni e curdo-iraniani.

Tra i migranti, due donne, un nucleo familiare con due bimbi di 5 e 9 anni, ma anche minori non accompagnati.


Circa dieci le persone completamente fradicie, in stato di ipotermia preoccupante dopo essere stati costrette a calarsi nelle acque gelide per raggiungere la riva.


Una donna e un ragazzo sono stati ricoverati per sospetta lussazione e ulteriori accertamenti.
 In viaggio da una settimana hanno raggiunto le coste salentine in un gommone partendo dall’Albania. 
Soccorsi e accolti dalle donne e dagli uomini della squadra emergenze del comitato Cri, hanno trovato riparo nei mezzi di soccorso a San Cataldo.
 Sul posto anche le forze dell’ordine.

I due bimbi curdo-iracheni più piccoli, dopo aver ricevuto il kit di prima accoglienza dai volontari, si sono addormentati al caldo della volante della Polizia di Stato. Tutto il gruppo è stato poi trasferito al centro Don Tonino Bello di Otranto.

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