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Il razzismo e Calogero, il santo nero venuto dall'Africa che aiutava gli ultimi

Il cardinale Francesco Montenegro nella sua omelia ha ricordato la contraddizione tra chi venera il santo ma definisce gli africani delinquenti e terroristi

La festa di San Calogero ad Agrigento (foto di Michele Lorgio)
La festa di San Calogero ad Agrigento (foto di Michele Lorgio)

globalist Modifica articolo

7 Luglio 2019 - 14.30


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Parole durissime. Un vero e proprio j’accuse quello dell’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro nella sua omelia in onore dei festeggiamenti di San Calogero, il santo nero venuto dall’Africa che in Sicilia fece miracolose guarigioni andando incontro agli ultimi.
Santo venerato ad Agrigento e in tutta la Sicilia. Montenegro è stato chiaro e durissimo nell’evidenziare la contraddizione di molti agrigentini: “Siamo fieri del nostro santo nero – ha tuonato – ma aumenta il numero di coloro che rifiutano e disprezzano quanti arrivano da altre terre. Senza conoscerli, li definiscono tutti delinquenti e terroristi; molti di loro sono cristiani come noi, allora, mi domando – è stato l’urlo del cardinale – non potrebbe sbarcare anche qualche santo? Un altro San Calogero”.

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“Essere cristiani non significa essere religiosi ma essere più umani, tanto da rassomigliare a Gesù di Nazareth”. Il vescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro, ha concluso cosi’ la sua omelia pronunciata in occasione della festa di San Calogero, il ‘santo nero’ venerato dagli agrigentini. “Non sono gli atti religiosi a farci cristiani, ma lo schierarsi dalla parte della sofferenza di Dio nella vita del mondo – ha aggiunto -. Il Vangelo richiede non di fare delle cose, ma di fare delle scelte”.

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