Chi era Imane Fadil, che denunciò lo scandalo Bunga Bunga
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Chi era Imane Fadil, che denunciò lo scandalo Bunga Bunga

È stata aperta un'indagine per omicidio per la morte della marocchina di 33 anni, la prima a denunciare lo scandalo che aveva visto protagonista Silvio Berlusconi

Imane Fadil
Imane Fadil
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15 Marzo 2019 - 18.57


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Quando Imane Fadil aveva ancora 25 anni partecipò a otto delle ‘cene galanti’ organizzate da Silvio Berlusconi e, stando alle sue testimonianze, durante quelle feste vide di tutto: spogliarelli, palpeggiamenti, travestimenti bizzarri, ma anche pagamenti generosi per l’intrattenimento. Dopo qualche tempo si presentò in procura per raccontare tutto, non omettendo nomi e cognomi delle ‘olgettine’. Le sue accuse messe a verbale, vengono ripetute a processo nel 2012. 
È questo che aveva reso Imane una teste chiave del processo Ruby ter con indagato l’ex presidente del consiglio. Processo che ora dovrà fare a meno di lei, dato che Imane Fadil è morta e sono stati riscontrati sintomi di avvelenamento. 
Fu lei a fare i nomi di Nicole Minetti e Barbara Faggioli che a suo dire si esibivano vestite da suore, di Iris Berardi travestita da Ronaldinho. Al fatto Quotidiano raccontò che era stata “un’esperienza devastante”, ma che aveva accettato perché era disperata, lavorava poco e ambiva a incarichi importanti. 
Dopo le rivelazioni, la sua vita fu ancora più difficile: “non iuscivo neanche a uscire di casa, mi è stata fatta terra bruciata intorno: la gente pensava fossi una prostituta, ho perso gli amici e quei pochi lavoretti che avevo. Ho vissuto un periodo di forte depressione, piangevo sempre, ho anche perso i capelli a causa del forte stress”.
Era stata esclusa come parte civile dallo scandalo Ruby Ter e, manifestando la sua rabbia, aveva affermato di essere desiderosa di pubblicare un libro sulla vicenda. 
Dopo 15 giorni, la donna è ricoverata in condizioni gravi all0opedale Humanitas, al reparto terapia intensiva e poi in rianimazione, dove è rimasta fino al giorno della morte, il primo di marzo. 
Aveva rivelato al fratello e all’avvocato il suo timore di essere stata avvelenata e in effetti sintomi di avvelenamento sono stati riscontrati. Si attende ore il risultato dell’autopsia. 

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