Seveso, 40 anni fa il primo disastro ambientale in Italia
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Seveso, 40 anni fa il primo disastro ambientale in Italia

Quella nube bianca di diossina uscita dall'Icmesa, sottovalutata all'inizio, è considerata l'ottavo disastro ambientale di tutti i tempi.

Disastro di Seveso
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10 Luglio 2016 - 10.49


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Era il 10 luglio del 1976 quando si verificò quello che è stato definito il “primo choc ambientale italiano”. Tutto iniziò nel reparto ‘B’ dello stabilimento Icmesa di Meda, in Brianza, durante una consueta distillazione del triclorofenolo: un reattore si surriscaldò, la valvola di sicurezza entrò in funzione, impedendo l’esplosione della fabbrica, ma rilasciando all’esterno una nuvola bianca di diossina, la Tcdd. La nube, carica di veleno raggiunse, spinta dal vento, i paesi vicini, in primis Seveso.

All’inizio, in pochi si resero conto di quanto la situazione fosse grave. Il primo segnale che fece scattare l’allarme fu la more improvvisa di alcune pecore, dovuta proprio all’aria inquinata. Subito dopo anche la popolazione cominciò a sentirsi male. Cinque giorni dopo il disastro nella fabbrica, ci furono i primi casi di cloracne, con i volti e le braccia deformati da un eritema che lascia segni sulla pelle a vita. Solo il 19 luglio, l’azienda ammise che la causa di quella nube bianca fu la fuoriuscita di diossina dalla fabbrica.

Nonostante il problema fu sottovalutato all’inizio, il Time ha inserito il 10 agosto del 1976 come l’ottavo disastro ambientale di tutti i tempi, che ha permesso l’approvazione di nuove norme a livello europeo – conosciute come la “direttiva Seveso” – per tentare di impedire altre tragedie del genere-

Cos’è la diossina. La diossina è un sottoprodotto di numerosi processi di produzione, utilizzazione e smaltimento del cloro e dei suoi derivati. La più famosa tra le diossine clorurate, nonché la più tossica è la tetraclorodibenzo-p-diossina, conosciuta come ala Tcdd, proprio quella fuoriuscita dalla fabbrica in Brianza. L’esposizione all’uomo alla diossina avviene quasi esclusivamente’assunzione di cibo, soprattutto carne, pesce e latticini. Nei casi di esposizione a concentrazioni elevate, per esempio per lavoro, le diossine hanno rivelato la capacit- di ridurre la fertilità, lo sviluppo e le difese immunitarie dell’organismo. Alcuni studi recenti hanno invece spiegato che la Tcdd può causare tumori, come il sarcoma dei tessuti molli, i linfomi Hodgkin e non-Hodgkin, i tumori tiroidei e polmonari, i mesoteliomi.

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