Più Russia, meno Europa
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Più Russia, meno Europa

Una conferenza del Centro studi euro atlantici segnala che in Serbia l’ attrazione per l’Unione ormai riguarda meno della metà della popolazione, mentre l’80 per cento vorrebbe i russi<br>

Più Russia, meno Europa
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24 Febbraio 2016 - 10.38


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L’influenza russa in Serbia si sta diffondendo ed è in crescita, mentre il supporto per l’integrazione europea è sceso a meno del 50 per cento: questi gli elementi che sono emersi da una conferenza tenutasi a Belgrado del Centro per gli studi euro-atlantici (CEAS) dedicata a “l’influenza russa sulla Serbia: stabilizzazione, democratizzazione e integrazione europea.”.

In vista dell’inizio della conferenza, circa 20 membri del Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia (NKPJ) e dell’Alleanza della Gioventù Comunista della Jugoslavia (SKOJ) si sono riuniti davanti all’albergo che la ospitava, per protestare contro la partecipazione di rappresentanti dell’ Ucraina ed il recente accordo sulla collaborazione logistica con la NATO. Il direttore del CEAS, ha aperto la conferenza per dire che l’obiettivo primario della Russia nella regione dei Balcani occidentali è quello di ” interrompere il processo di stabilizzazione e democratizzazione, che ridurrebbe l’importanza e l’attrattiva delle integrazioni europee. Il clima in Serbia è tale che è stato devastato da ‘una tempesta perfetta’ fra gli interessi russi che desiderano evitare il processo di democratizzazione, stabilizzazione e l’integrazione europea, mentre dall’altra parte ci sono gli interessi nella struttura dirigente che non desidera vedere la Serbia politicamente impegnata nell’Unione europea.

Secondo Milic, “l’intero concetto del sistema di valori dei paesi occidentali è stato screditato, mentre la Russia si prepara a rendere più difficile l’attuazione dell’accordo di Bruxelles tra Belgrado e Pristina. Nessuno oggi può contestare il declino della prospettiva di integrazione europea della Serbia,e non soltanto perché il pubblico vede queò che sta accadendo in Europa soprattutto quando si tratta di profughi, ma anche per l’influenza dei media sull’opinione pubblica e dei messaggi contraddittori provenienti da alti funzionari sull’UE che non valutano il momento ed esigono nuove condizioni . Un nuovo fattore che mina il sostegno per l’UE è una sempre più visibile opposizione che in Serbia appoggia Putin , e non era mai esistita prima”, ha concluso.

Presentando un sondaggio Ipsos – dal titolo, “UE, Russia, Stati Uniti: Nozioni e preferenze dei cittadini della Serbia dai 18 ai 35 anni” , la direttrice dell’indagine Svetlana Logar ha sottolineato che i rivelamenti dell’agenzia nel corso degli ultimi due anni hanno dimostrato che un numero crescente di cittadini serbi ha “un impressione positiva “sulla Russia. Logar ha detto che il sondaggio in questione, effettuato ai primi di febbraio fra un campione rappresentativo di 615 intervistati, ha evidenziato che “i giovani preferiscono l’Occidente alla Russia quando si tratta di cultura, intrattenimento, istruzione, occupazione, sanità, modello di Paese e la libertà dei mezzi di comunicazione e di parola. Tuttavia, quando gli viene chiesto che cosa una potenziale alleanza con la Russia vorrebbe dire, il 42 per cento ha detto che significa adottare la legislazione russa, mentre il 74 per cento ha sostenuto che significherebbe seguire lo stesso sistema politico”. Se invece si parla di ospitare basi militari di Mosca, si è detto favorevole addirittura l’ 80 per cento degli intervistati “.

Nel frattempo, i manifestanti che sostavano di fronte al “Metropol Hotel” d Belgrado che ospitava la conferenza, portavano bandiere e striscioni con messaggi che dicevano “Morte al fascismo, libertà alle persone”, “Jelena Milic supporta il fascismo”, “Solidarietà con KP (Partito Comunista) di Ucraina”, e cantavano ” fascisti della NATO “, e,” assassini della NATO, uscite dalla Serbia. “. Aleksandar Denic , primo segretario della gioventù comunista, ha detto ai giornalisti che la conferenza CEAS “promuove il fascismo in Serbia”, e che Belgrado dovrebbe rompere le relazioni diplomatiche con l’Ucraina poiché in quel Paese è al potere “una giunta militare-fascista”.

Fonte: Tanjug

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