In Ucraina la politica di Arseniy Yatsenyuk sta fallendo miseramente: fallito il tentativo di agganciarsi in extremis all’Unione europea,nelle valutazioni dell’agenzia “Fitch” il “rating” economico di Kiev ha toccato la valutazione minima da parte delle agenzie internazionali, adesso viene valutata con una “D” da cui si ricava che il crollo del debito estero ormai è imminente.
I principali gestori di fondi globali, come “Templeton Asset Management”, detengono miliardi di obbligazioni ucraine che ormai hanno quasi il valore di carta straccia, e la preoccupazione si fa sempre più forte anche fra e altre istituzioni occidentali che finora hanno “coperto” i buchi nel bilancio ucraino, ed è ormai estremamente improbabile che l’Ucraina riuscirà ad onorare i suoi enormi debiti.
Giovedì scorso l’agenzia “Fitch” ha abbassato il rating di default di Kiev dalla “C” a “D”, mentre la valutazione del debito sovrano nazionale rimane ancora CCC, ed il downgrade dimostra quanto fragile sia la situazione economica dopo quasi due anni di crisi politica e gyerra civile. Il giorno dopo, Kiev non è stata in grado di effettuare pagamenti per 250 milioni di eurobond, ed ha introdotto una moratoria temporanea sul debito. Il valore del “default” include un altro imminente pagamento di 300 milioni, che la capitale non onorerà.
Il governo dell’Ucraina recentemente è riuscito a convincere la Russia a ristrutturare un prestito di 3 miliardi di dollari. I due ex alleati politici e culturali si sono divisi dal 2014 dopo la cacciata del leader filorusso Viktor Yanukovich e la conseguente secessione della Crimea, che ora fa parte della Russia. Nel frattempo, il debito sovrano della nazione è entrato nella zona che che “Fitch” deginisce “default limitato” dopo aver mancato un ulteriore pagamento 500 milioni il 23 settembre, la valuta ucraina, la “grivna”, è scesa di valore del 30,9% da inizio anno ed il bilancio di Kiev continua a sopravvivere solo grazie a pacchetti di salvataggio europei e del FMI.
In questa ennesina emergenza finanziaria, l’Unione europea cerca di scendere a patti con la Russia, ed ha chiesto a Mosca di non applicare contro sanzioni nei confronti dell’Ucraina dal 1 ° gennaio prossimo, quando la parte economica dell’accordo di associazione di Kiev entrerà in vigore. Il Cremlino risponde dicendo che sta considerando l’applicazione di tariffe doganali, e non un embargo.
Secondo il commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malmstrom, Bruxelles sta facendo tutto il possibile per evitare che un embargo alimentare contro l’Ucraina,e tiene frequenti incontri con la Russia per attenuare le conseguenze per Kiev, stimando che le perdite derivanti da un embargo russo sui suoi prodotti potrebbero andare dai 140 ai 205 milioni.
Il primo ministro russo, Dmitry Medvedev non prevede sanzioni contro Kiev però insiste sui piani di introduzione di tariffe doganali, che scatteranno perché l’Ucraina non sarà più parte della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) , che è una zona di libero scambio. Mosca è anche preoccupata per il fatto che senza tale barriera, Kiev potrebbe illegalmente fornire prodotti europei sottoposti a embargo e mandarli verso la Russia. “Non stiamo parlando di quelle stesse sanzioni,che i nostri partner imposte contro la Russia, ma è ovvio che in un tale ambiente commerciale ci saranno conseguenze economiche molto gravi per l’Ucraina”, aggiunge Medvedev.
Russia e Ucraina attualmente stanno commerciando in conformità con l’accordo di libero scambio tra i paesi della CSI, e Kiev potrebbe perdere sia i rapporti preferenziali che l’ esenzione dal dazio per le esportazioni alimentari verso la Russia.Il ministro russo dello Sviluppo economico , Aleksey Ulyukaev dice che questo potrebbe essere fatto per proteggere l’economia russa, se l’Europa non attuerà un ulteriore accordo che permetterebbe a Mosca di eliminare derivanti dall’accordo di associazione. Tuttavia, il Cremlino non vede la necessità di ulteriori sanzioni contro l’Europa , almeno se la situazione non si deteriorerà ulteriormente, ha aggiunto.
Fonte: Forbes